Fisco, il Governo autorizza il prelievo forzoso dai conti correnti?
Una norma consente all’Agenzia delle Entrate di sottrarre agli Italiani i soldi di tasse e multe non pagate: lo denuncia il leader Iv Renzi, che annuncia un emendamento per cancellarla
Notoriamente, luglio è un mese piuttosto caldo, non solo dal punto di vista delle temperature, ma anche del fisco. Con tutta una serie di nodi tributari che vengono al pettine, spesso in modi che tutto sono, tranne che indolori. E ai quali, come se non fosse sufficiente, si è aggiunta quest’anno una pessima sorpresa chigiana.
La riforma del fisco e il prelievo forzoso dai conti correnti
«Nella delega fiscale», il «Governo permette all’Agenzia delle Entrate e ai vari soggetti istituzionali di entrare nel conto corrente con il cosiddetto prelievo forzoso e portare via i soldi delle tasse o delle multe». Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi, attaccando via social il Premier Giorgia Meloni e il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Che con la questione specifica c’entra poco o nulla, ma probabilmente è stato chiamato in causa dall’altro Matteo per le recenti dichiarazioni sulla pace fiscale.
La filippica dell’ex Rottamatore è stata sostanzialmente confermata dal sito Pagella Politica, con particolare riferimento all’articolo 16 del disegno di legge delega per la riforma del fisco. Che potenzia «l’attività di riscossione coattiva dell’agente della riscossione» anche attraverso «la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari». Tradotto dal burocratese, vuol dire che effettivamente l’Agenzia delle Entrate potrebbe mettere le mani nelle tasche dei contribuenti che avessero pendenze con l’erario.
Occorre ricordare che una Legge Delega si limita a tracciare i princìpi generali entro cui Governo e Parlamento devono poi operare concretamente mediante Decreti legislativi. È, insomma, solo una cornice all’interno della quale l’Aula ha ampio margine di manovra – il che significa che non è ancora detta l’ultima parola. Tant’è che lo stesso Pittibimbo, aggiunge il “suo” Riformista, ha annunciato un emendamento per cancellare il provvedimento in Commissione Finanze del Senato. Dov’è attualmente all’esame il testo, che è stato già approvato dalla Camera.
Il precedente del 1992
L’espressione “prelievo forzoso dai conti correnti” richiama immediatamente il precedente più famoso, per non dire famigerato (che però, almeno, era una tantum). Venne attuato dall’esecutivo tecnico guidato da Giuliano Amato, e riguardò lo 0,6% di ogni deposito bancario. Ma, soprattutto, venne perpetrato la notte di venerdì 10 luglio 1992, con gli istituti di credito chiusi e gli Italiani impossibilitati a opporsi alla “rapina di Stato”.
Tanto per dire che la maggioranza FdI-Lega-Forza Italia dovrebbe farsi bene i propri conti (è il caso di dirlo). Perché magari sbaglieremmo, ma ci sembra che la strada per essere un Governo amato passi lontanissima da quella del Governo Amato.