Fiumicino, ex giunta Canapini sotto inchiesta
Le accuse sono di concussione, tentata concussione, falso e distrazione di fondi
Sette richieste di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, e altri esponenti della precedente amministrazione.
Le accuse, secondo la Procura della Repubblica di Civitavecchia, sono concussione, tentata concussione, falso e distrazione di fondi e vedono coinvolti, oltre all’ex sindaco, anche l’ex vicesindaco Paolo Sugamosto, l’ex consigliere comunale Antonio Prete e gli imprenditori Paolo e Franco Colangeli, Vincenzo Schiavoni e Salvatore Rocco Mule.
Gli episodi risalgono all’estate del 2006 e vedono Canapini, secondo le indagini effettuate dalla Guardia di Finanza, aver richiesto all’imprenditore Franco Colangeli, la cifra di 300mila euro per consentire di sbloccare una pratica riguardante il piano particolareggiato, che avrebbe permesso alla Sogeim di avviare un cantiere in via Montanari.
A riscuotere la somma doveva essere l’ex consigliere Prete. Il versamento della somma di 90mila euro, secondo quanto ricostruito dal pm Lorenzo Del Giudice, doveva avvenire sui conti delle mogli di Canapini e Prete, “spacciato” come acconto per il fantomatico acquisto di un terreno, che realmente non è mai avvenuto.
L’episodio ha acceso anche il dibattito dell’ultimo consiglio comunale nel quale maggioranza e opposizione si sono scambiate duri colpi: “Noi non ci stiamo alle solite accuse del centrosinistra secondo le quali il concetto del ‘non potevano non sapere’ può essere appiccicato ad ogni situazione”, hanno dichiarato i consiglieri William De Vecchis, Mauro Gonnelli, Raffaello Biselli, Giuseppe Picciano, Giovanna Onorati, Claudio Paolini, Federica Poggio, Roberto Merlini.
“Facciamo riferimento specifico – hanno concluso – alle esternazioni del presidente del consiglio comunale Michela Califano in merito al rinvio a giudizio dell’ex sindaco Mario Canapini ed altri esponenti politici. A differenza loro, noi non solo non sapevamo, ma appena appresa la notizia, abbiamo chiesto ai nostri referenti di sospenderlo da qualsiasi eventuale incarico anche partitico presente e futuro, perché, come noto a tutti Canapini e gli altri indagati, non ricoprono alcun incarico istituzionale”.