Florilegio e indaco a rischio estinzione? Due iniziative per salvarle
di Massimo Persotti
Ai tempi di Dante c'era un colore, il color "perso", tra il purpureo e il nero, che era quello di certe stoffe provenienti dalla Persia; oggi quel colore non c'è più, perché quei tessuti non esistono più. E se un giorno scomparisse l'arcobaleno, potremmo perderci anche il color "indaco", il cui significato è oscuro a tanti di noi. Ma, andando oltre i colori, sono tantissime le parole ormai "desuete" (anche questa, in fondo, è una parola diventata non comune) che rischiano di scomparire proprio perché non se ne fa più uso, né nel linguaggio scritto né in quello orale, oscurate spesso da sinonimi magari più intuitivi ma certo più generici e meno ricchi di sfumature espressive.
Florilegio (raccolta esemplare, in senso ironico), avvezzo (abituato), spocchia (vanità, superbia) sono solo tre esempi da un lungo elenco che nel vocabolario Zingarelli 2020 raggiunge quota 3.126: tante sono le parole che chi avrà il piacere di sfogliare il volume vedrà contrassegnate con un fiorellino ♣, simbolo grafico che le contrassegna come "Parole da salvare".
Indaco, nemesi, discolo sono invece tre esempi di parole da salvare proposte da chi, anche personaggi illustri (intellettuali, artisti, giornalisti, scrittori), sta partecipando al sondaggio "E tu quale parola salveresti?" lanciato via social media da "Parole in cammino", il Festival della lingua italiana e delle lingue d'Italia, che a Siena, nell'aprile del prossimo anno, svelerà le parole da salvare da un elenco di 80 parole pubblicato sulla pagina Facebook di Massimo Arcangeli, linguista e grande animatore dell'iniziativa.
Tra le firme importanti che si sono già espresse, Sergio Castellitto che ha scelto "futile" ("Il futile può essere utile"), i giornalisti Franco Di Mare ("redimere" la sua scelta, "Perché occorre mantenere viva la speranza") e Ilaria Sotis (per lei "nemesi", "perché se scomparisse la parola nemesi avrebbero la meglio coloro che non sanno – o possono – vederne le fondamentali differenze dalla parola vendetta"), mentre gli scrittori Paolo Di Paolo e Francesca Bertuzzi hanno optato – rispettivamente – per "discolo" ("Per non dimenticare il fanciullo che è in ognuno di noi e guardare il mondo con stupore"), e "blandire" ("Per la morbidezza della parola e l'uso ambiguo che se ne può fare").
Chi invece alle piazze virtuali preferisce le piazze reali, può partecipare all'iniziativa #paroledasalvare lanciata da Zanichelli a Milano sabato scorso (e fino al 28 settembre in Largo La Foppa), e toccherà anche Torino (29 settembre – 5 ottobre), Bologna (6 – 11 ottobre), Firenze (12 – 19 ottobre), Bari (20 – 26 ottobre), Palermo (28 ottobre – 2 novembre). Le piazze ospiteranno #AreaZ: una zona a lessico illimitato in cui trovare le parole giuste per esprimere il mondo. In #AreaZ tutti sono invitati a scegliere una parola e a prendersene cura, usandola in modo opportuno. In che modo? Una grande installazione-vocabolario ospiterà, sulla quarta di copertina, un monitor touchscreen che proporrà a rotazione 5 dei 3126 lemmi da salvare. Scelta la propria parola da salvare, sarà possibile postarla, con il suo significato, sui propri canali Facebook e Instagram direttamente dallo schermo del vocabolario. E per chi ai social network preferisce le reti sociali tradizionali Zanichelli ha pensato a cartoline vere e proprie: ogni cartolina conterrà una parola da salvare con il suo significato, da affrancare e spedire. Perché anche con le parole si può giocare e se il gioco è per salvare quelle che rischiano di perdersi, tutto diventa più nobile.