Franco Battiato, c’è chi “torna ancora” e chi non se ne è mai andato…
Un anno fa il Maestro catanese si liberava dalla prigione del corpo, lasciandoci però un ultimo capolavoro: che non è solo un “testamento spirituale”, ma una via verso l’infinito
Un anno fa ci lasciava il Maestro Franco Battiato. O meglio, lasciava questa vita terrena, rimanendo con noi sotto altre forme – in primis, naturalmente, la sua musica. Come lui stesso ha affermato nell’ultimo capolavoro, Torneremo ancora, che non è soltanto un testamento spirituale, ma una vera e propria via verso l’infinito.
Franco Battiato, un anno dopo
18/05/2021 – 18/05/2022. Sono passati 12 mesi da quando si è liberato dalla prigione del corpo Franco Battiato, uno dei pochissimi a meritare davvero il titolo di Maestro. Che non a caso, come aveva rivelato al Fatto Quotidiano, non gli piaceva affatto – com’è prerogativa dei grandissimi.
L’artista siciliano, però, è ancora e sempre con noi. «È andato via fisicamente», ma «è una presenza costante» ha confessato per esempio a MeridioNews il tastierista Angelo Privitera, suo storico collaboratore per oltre trent’anni.
Anche in quest’ultimo anno, in effetti, il cantautore etneo non ha smesso di stupire, come con la scoperta della versione originaria del suo capolavoro La cura. Ma anche il suo ultimo singolo, Torneremo ancora, uscito nel 2019, è una piccola perla donata all’umanità.
Si tratta di una canzone incentrata su quell’anelito alla libertà che caratterizza ogni essere umano, esiliato in questo mondo finché non si scioglieranno i lacci della mortalità. Un concetto espresso da diverse religioni e discipline, dalla filosofia greco-romana al pensiero orientale tanto caro al Maestro Battiato.
Torneremo ancora
«Siamo tutti migranti fin quando non torneremo a casa alla nostra dimora ultima» ha dichiarato a Rolling Stone Juri Camisasca, co-autore del brano. Che inizialmente era stato intitolato, non a caso, I migranti di Ganden. Monaci tibetani costretti a lasciare il proprio monastero durante la Rivoluzione Culturale, e divenuti perciò simbolo dell’anima che vaga in terra fino al ritorno all’abitazione celeste.
«Tutti noi siamo esseri spirituali. Siamo in cammino verso la liberazione» sosteneva proprio il Maestro, come scrisse a suo tempo Sky TG24. E in tal senso appare particolarmente significativa la parte finale del testo di Torneremo ancora.
Molte sono le vie / Ma una sola / Quella che conduce alla verità / Finché non saremo liberi / Torneremo ancora / Ancora e ancora.
Parole che in effetti possono essere interpretate in due modi leggermente differenti – uno più superficiale e uno più profondo. È possibile che la sola via “che conduce alla verità” sia proprio questo continuo peregrinare «fino a quando l’anima non sarà del tutto libera dalle emozioni perturbatrici dell’ego». Ma è anche possibile che l’immenso Franco Battiato non ci abbia fornito la soluzione al dilemma.
Il compianto artista catanese potrebbe aver “semplicemente” indicato che esiste una sola strada “che conduce alla verità”. E giova ricordare che la verità rende liberi, come si legge nel Vangelo di San Giovanni. Ed essendo questa la più alta aspirazione del nostro spirito, finché non saremo realmente liberi non potremo approdare sul mondo inviolato che ci aspetta da sempre. Non potremo raggiungere i migranti di Ganden / In corpi di luce / Su pianeti invisibili, e la felicità eterna a cui siamo tutti destinati.
Anche per questo la vita non finisce / È come il sogno / La nascita è come il risveglio, perché forse c’è davvero chi “torna ancora”. Mentre è fuori discussione che vi sia chi non se ne è mai andato. Ciao, Maestro!