Frontiere chiuse agli italiani: perché ci stupiamo? Questa è l’Europa
Frontiere chiuse? Non è una sorpresa, l’Europa è una risorsa importante ma va interpretata con il giusto senso della misura dalla nostra classe dirigente
Frontiere chiuse agli italiani. Nel panorama europeo sono diversi gli Stati che chiudono le frontiere al turismo italiano. Dal 3 giugno saranno consentiti i viaggi verso i paesi membri UE, da e per gli Stati membri dell’accordo di Schengen. Dal 3 giugno coloro che rientrano in Italia da questi paesi non dovranno sottoporsi ad alcuna quarantena o isolamento e tra essi ci sono anche nazioni che hanno un numero di contagi superiore a quello del nostro paese. Chi invece dal’Italia si reca in Spagna o Regno Unito dovrà rispettare due settimane di isolamento. Austria, Croazia e Svizzera invece chiudono i confini agli italiani.
Personalmente credo che non ci sia nulla di male, uno Stato sano fa ciò che occorre per tutelare il suo popolo e in questo non mi pare ci sia nulla da recriminare. Però a patto di vedere senza ipocrisia ciò che ormai l’Europa rappresenta.
Con questa pandemia è infatti caduta la finzione della Comunità Economica Europea, obbligandoci a confrontarci con questa ipocrisia di fondo che c’è in Europa, dove in realtà ciascuna nazione segue una sua linea. Ricordo che all’inizio dell’epidemia da Covid-19 Germania e Francia hanno sbarrato le frontiere e neppure volevano venderci prodotti e presidi medici. Direi che non ha senso fare di una tutela sanitaria un motivo ideologico. Però le classi dirigenti italiane dovrebbero smettere di celebrare l’Europa per ciò che non è.
La classe dirigente italiana soffre di questa glorificazione dell’Europa, anche quando ci tratta da “parenti poveri”. Credo che l’Europa debba essere rivista al di là di demonizzazioni e ideologizzazioni, con maggiore onestà. L’Europa è una risorsa importante ma deve essere interpretata con il giusto senso della misura.
Se la Spagna chiude le frontiere, la Germania tentenna, non ci vedo nulla di strano, è la normale conseguenza di un atteggiamento europeo che abbiamo potuto osservare fin dai primi giorni di emergenza per la Sars 2. Credo che sia la classe dirigente italiana a sbagliare nel porsi sempre e comunque a favore dell’Europa. I cittadini hanno capito che non bisogna essere né pregiudizialmente contrari né pregiudizialmente a favore dell’Europa, va esercitato uno spirito critico. Le classi dirigenti non lo hanno capito e questo rivela un forte scollamento tra il nostro popolo e la nostra classe dirigente.