Fuga dei medici dal 118, un vero e proprio abbandono di massa dal servizio. Cosa succede?
Alla base della decisione di lasciare vi è il comune denominatore di condizioni insostenibili
“I medici stanno andando via dal Sistema 118. A Napoli, ad esempio, da marzo ad oggi sono andati via 27 medici su 85. Ma la situazione non è diversa nelle altre regioni del Paese, come ci segnalano, ormai quotidianamente, i nostri iscritti”, dichiara Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 (SIS118).
Considerazione marginale da parte delle istituzioni
“Si tratta di un vero e proprio precipitoso abbandono di massa dal servizio – continua Balzanelli – alla base della decisione di lasciare vi è il comune denominatore di condizioni insostenibili, progressivamente peggiorative, di precarietà complessiva legata al ruolo, vi è la netta, marcata sproporzione tra la rilevantissima importanza del ruolo istituzionale e la sua considerazione ad oggi, purtroppo, assolutamente marginale, se non totalmente priva di interesse, da parte delle istituzioni competenti.
Lacune e criticità contrattuali
A partire dalle irrisolte, datate e persistenti, evidentissime lacune e criticità contrattuali, dalla esiguità – sconcertante – dei profili remunerativi in rapporto ad altri contesti lavorativi, certamente inadeguati rispetto alla determinante valenza prestazionale del prezioso ruolo ‘salvavita’ e alle condizioni operative altamente provanti correlate al correre incessantemente h 24, 365 giorni all’anno, di giorno e di notte, festivi e superfestivi, in mezzo alla strada, nelle case, negli ambienti di lavoro.
Qualità di vita personale annientata
Una qualità di vita personale pressoché annientata da turni a dir poco massacranti, laddove lavorare in qualunque altro posto rischia di diventare ogni giorno di più opzione da preferirsi. Operando in scenari ostili – si legge nel comunicato – in condizioni oggettive di alto rischio, anche ambientale e biologico, con evidenze pressoché ubiquitarie, a livello delle varie regioni, di preoccupante ‘burnout’ anche collegato alle difficilissime condizioni operative ‘subite’ durante la pandemia”.
Il ruolo salvavita del medico del 118
Il medico del 118 ha valore “fondamentale nel fare la differenza tra la vita e la morte. Si tratta di una differenza salvavita che ogni qualvolta può essere fatta, deve essere fatta. Questo la gente, ciascuno di noi, che nell’era di una Sanità caratterizzata da liste di attesa oggettivamente dilatate oltre misura – prosegue SIS118 – si vede soccorso e anche salvato dalla morte in pochissimi minuti, nel momento dell’estremo bisogno, a casa propria, ovunque si verifichi un malore improvviso e/o un trauma, lo sa molto bene.
Occorrono più medici di emergenza 118
Indifferibile, urgentissimo il varo di una riforma legislativa nazionale del Sistema di Emergenza Territoriale 118 che valorizzi e potenzi, a misura delle crescenti necessità, in modo significativo, il Sistema 118 e tutti i suoi operatori, che tuteli il medico dell’emergenza. La pandemia ci ha insegnato che occorrono, e che sono indispensabili, più medici di emergenza territoriale 118 e non certamente meno.
Guardiamo con fiducia all’azione del ministro della Salute, Roberto Speranza, del governo, del Parlamento, perché si eviti lo scempio della progressiva demedicalizzazione del 118 e perché il nuovo Sistema 118 che verrà – conclude la nota – non rinnovi i reiterati catastrofici errori di visione politica, dall’evidenza così pervasiva e destruente, commessi nell’ultimo decennio”. (Comunicati/ Dire)