Fumo: i danni terribili e il numero dei decessi della pandemia dimenticata
Tra cure, medicinali e terapie i costi diretti e indiretti dei danni causati dal fumo sono stati nel 2021 oltre 26 miliardi di euro
Proviamo a fare un esperimento. Fate finta di non conoscere l’argomento di questo articolo. Vi elencheremo una serie di dati e numeri senza dirvi a cosa corrispondono. Alla fine dell’esperimento vi forniremo una sorta di password, ossia una parola con la quale potrete decodificare i dati e capire a cosa si riferiscono.
Il numero e le cause dei decessi in Italia
I dati e le informazioni che produciamo provengono dal sito del Ministero della Salute. Quest’anno, in Italia, abbiamo avuto oltre 90.000 decessi, più di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.
Questi numeri sono costanti dal 2018 e oscillano mediamente tra i 70.000 e gli 83.000 morti l’anno.
Di fatto una pandemia a livello mondiale se si considera che nell’Unione Europea questa piaga miete 700.000 vittime ogni anno e che a livello mondiale i decessi si aggirano attorno agli 8 milioni.
Tra cure domiciliari, medicinali, terapie e ospedalizzazioni, i costi diretti e indiretti sono stati nel 2021 pari a oltre 26 miliardi di euro. A questo punto vi aspetterete un elenco di provvedimenti atti a combattere, neutralizzare ed evitare in tutti i modi possibili la propagazione di questa pandemia.
E che il nostro governo e tutti i governi dei Paesi del mondo stiano facendo l’impossibile per neutralizzare la causa di tutti questi decessi.
Combattere la pandemia di fumo? Purtroppo non si fa
Molti di voi avranno già capito di cosa si tratta: la password per decodificare e comprendere questi dati è “Fumo”.
Esatto. Il fumo di sigaretta, attivo e passivo, il tabagismo. Chiamatelo come preferite. Questi numeri così drammatici non sono relativi agli ultimi due anni soltanto ma vanno indietro per alcuni decenni almeno.
Al confronto, il numero dei decessi per Covid fa impallidire.
E le vittime, tra fumo attivo e passivo, sono di qualsiasi età, addirittura i feti nel grembo materno. Ma ciò che dovrebbe fare impallidire il nostro governo e tutti gli altri governi è la vergogna.
Vergogna non solo per non aver fatto alcunché, se non vietare in alcuni Paesi il fumo nei luoghi pubblici (in Italia dal 2003, Legge Sirchia). Ricordo che nel nostro Paese fino al novembre 1975 si fumava nei cinema, negli autobus, nelle scuole. Addirittura negli ospedali.
Il fumo e i tabacchi continuano ad essere venduti
Sulle confezioni, forse per lavarsi la coscienza, vengono apposte le fotografie di organi interni gravemente danneggiati dalle malattie provocate dal tabagismo. E avvertimenti sulla mortalità provocata dal fumo e addirittura un numero verde da chiamare per smettere di fumare, centralino istituito dallo stesso governo che quei tabacchi vende e sui quali guadagna. Dal 2000 è infatti attivo, affinché i cittadini possano avere consigli e sostegno su come combattere questa piaga, il numero verde (800.554.088) dell’Istituto Superiore di Sanità.
I servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco (Centri antifumo, CAF) attivi sul territorio nazionale contano complessivamente 366 strutture. Di queste, 307 sono afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), alle quali i cittadini tabagisti possono rivolgersi per smettere di fumare.
Da un lato abbiamo un Governo che ci chiede sacrifici enormi per contrastare il Covid, che ci impone un green pass (che cela di fatto un obbligo alla vaccinazione) per poter vivere liberamente. Coprifuoco, isolamenti, restrizioni, distanziamenti, mascherine, e dice di farlo per il nostro bene.
Perché non c’è lo stesso impegno contro i danni del fumo?
Allora perché non usa lo stesso impegno, la stessa severità, la stessa rapidità per arrestare la piaga del fumo? Dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2 le tabaccherie non sono mai state chiuse.
Tutto questo ci turba, fa vacillare molte delle nostre certezze alimentando dubbi che vorremmo evitare. Perché è come vietare alle persone, per il bene di tutti, di portare una pistola carica ma poi vendere loro delle bombe a mano con l’avvertenza che possono uccidere.