G7 Esteri, su Israele “Fiuggi Fiuggi” da responsabilità e buonsenso
Pilatescamente, la Ministeriale nel Lazio decide di non decidere sulla vergognosa sentenza della CPI che equipara Netanyahu ai terroristi di Hamas: a conferma che, in generale, c’è un enorme problema di sovranità
Il 25 e 26 novembre si è tenuta a Fiuggi e Anagni la Riunione ministeriale del G7 Esteri, incentrata sui grandi temi di politica internazionale. Tra questi spiccava la questione mediorientale, soprattutto dopo l’intervento a gamba tesa della Corte Penale Internazionale, su cui però il summit ha sostanzialmente deciso di non decidere. Confermando indirettamente che c’è un enorme problema con lo strapotere degli organismi internazionali.
Un G7 Esteri pilatesco
«Nell’esercizio del suo diritto di difendersi, Israele deve rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale in tutte le circostanze, incluso il diritto internazionale umanitario». Così, come riporta l’ANSA, recita la deludentissima dichiarazione finale del G7 Esteri laziale. Aggiungendo ipocritamente che «non può esserci equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele».
Quest’ultima chiosa sarebbe il minimo sindacale, se non fosse smentita dai fatti. Che poi sarebbero i mandati d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità spiccati dal Tribunale de L’Aia in relazione al conflitto nella Striscia di Gaza.
Questi provvedimenti, infatti, sono diretti non solo contro Mohammed Deif, capo militare del movimento islamista (che l’intelligence del Paese ebraico ritiene di aver già eliminato). Ma anche contro il Premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Che dunque sono stati vergognosamente messi (di nuovo) sullo stesso piano dei “notabili” dell’organizzazione jihadista.
Certo, il titolare della Farnesina Antonio Tajani, scrive Askanews, sottolineando i «molti dubbi giuridici» sulla sentenza, ha chiarito che il fermo di Bibi è «velleitario e inattuabile». Tuttavia Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, ha ricordato, come rileva l’AGI, che per i Ventisette «è un obbligo rispettare le decisioni della CPI».
La sovranità appartiene al popolo?
Questo punto merita un capitolo a parte, almeno per quanto concerne il Belpaese, dove s’incrocia pure con le recenti polemiche in tema immigrazione. Perché – a monte – una giurisprudenza consolidata afferma il primato della legge comunitaria su quella tricolore.
Alla faccia dell’articolo 1 della nostra Costituzione, che notoriamente dispone (tra l’altro) che “la sovranità appartiene al popolo”. Quello italiano, of course, che però, a quanto pare, non ha facoltà di essere “padrone in casa propria”.
Una situazione inaccettabile, soprattutto laddove i diktat forestieri contrastino con gli interessi nazionali. O con la logica, come nel caso del verdetto olandese che, en passant, Viktor Orbán, Primo Ministro magiaro, ha già annunciato che non verrà applicato in Ungheria.
Ai Ministri degli Esteri dei Sette Grandi sarebbe servito lo stesso coraggio per mandare un segnale forte a un’istituzione chiaramente divenuta un ricettacolo di antisemitismo. Peccato che abbiano invece optato per un pilatesco “Fiuggi Fiuggi” dalle responsabilità e dal buonsenso.