Gaia e Camilla, 8 anni per Genovese: “Mandava sms e partecipava a gara di sorpassi”
La Procura aveva chiesto 5 anni ma Pietro Genovese è stato condannato a 8 anni di reclusione
Gaia Von Freyman e Camilla Romagnoli furono investite a Corso Francia la notte tra il 21 e 22 dicembre del 2019. Dopo il decesso di entrambe venne chiesta la pena a 5 anni per Pietro Genovese per omicidio stradale plurimo aggravato dallo stato di ebrezza.
Il 19 dicembre 2020 Genovese è stato condannato ad 8 anni.
Gli atti del processo, di ben 197 pagine, sono ora stati resi noti. Nelle motivazioni del Gup per la sentenza si legge:
“È assai elevato il grado di colpa dell’imputato, sotto il profilo del quantum di evitabilità dell’evento, essendo l’incidente frutto anche di una negligente scelta dell’imputato di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol, pur sapendo che era obbligato a non bere qualora avesse voluto condurre un’auto, secondo la sua età e per il tempo in cui aveva preso la patente”.
Fugato ogni dubbio anche circa la condotta stradale delle due ragazze:
Gaia e Camilla uccise per una gara tra automobili
Le minori erano dunque “sulle strisce pedonali, nel tratto della terza corsia di sinistra di corso Francia, dopo che avevano iniziato ad attraversare con il verde pedonale ma si erano fermate per aver notato che alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo ad alta velocità tre auto impegnate, di fatto in una gara di sorpassi, che non accennavano a rallentare”. Non solo, Genovese mentre travolgeva le due giovani vite sotto la sua auto, stava anche mandando sms con il suo cellulare.
“La motivazione della sentenza di condanna di Pietro Genovese è una conferma netta della piena regolarità di condotta di Gaia e Camilla, così sgombrando definitivamente il campo da fantasiose ipotesi di attraversamento “azzardato” che, in alcuni casi, null’altro hanno costituito che gratuiti e ingiustificati attacchi alla memoria delle due povere ragazze, inizialmente incluse ,addirittura, in un inventato gioco di attraversamento con il semaforo rosso che non ha avuto il benché minimo riscontro processuale”. Lo afferma in una nota l’avvocato Franco Moretti, legale della mamma di Gaia.