Gastrite e reflusso arrivano col cambio di stagione. I rimedi per liberarsene
La salute si conquista ogni giorno solo con scelte alimentari consapevoli e con un corretto stile di vita e questo vale anche per gastrite e reflusso
La gastrite è una condizione molto diffusa caratterizzata da un’infiammazione della mucosa dello stomaco. Può essere causata da diversi fattori: utilizzo frequenti di alcuni farmaci (come antinfiammatori, FANS) e consumo eccessivo di alcool. Inoltre stress protratto, alimentazione scorretta, infezioni batteriche (come quella da Helicobacter pylori).
I sintomi di gastrite e riflusso
I sintomi più comuni comprendono difficoltà digestive, nausea, bruciore allo stomaco, gonfiore e/o dolore in regione epigastrica. Talvolta l’ipersecrezione acida può causare anche reflusso gastroesofageo, alitosi, aftosi e ulcere nel cavo orale e più raramente vomito.
Il cambio di stagione mette a dura prova lo stomaco in chi già soffre di gastrite o in chi ne è predisposto. Le variazioni di luce e temperatura a cui il corpo deve adeguarsi incrementano la produzione di acido a livello gastrico. Questo fenomeno ha un’origine antica che risiede nella memoria dei nostri geni. Nella storia infatti la disponibilità di cibo era ridotta nei periodi invernali e più abbondante nei mesi primaverili ed estivi. Il cambio delle abitudini alimentari quindi richiedeva un’aumentata produzione di acidi nello stomaco.
A quali rimedi ricorrere per la gastrite?
Se un organo, come lo stomaco, è in difficoltà, dobbiamo necessariamente intervenire con una corretta alimentazione che sia in grado di supportarlo e questa è alla base di qualsiasi ulteriore terapia.
Iniziamo subito con l’evitare alimenti irritanti per la mucosa gastrica come eccesso di grassi animali (carni o pesci troppo grassi). Anche formaggi grassi, alcune spezie (pepe, curry, noce moscata, senape), agrumi, pomodori, menta, cioccolato, caffè (soprattutto a digiuno) e alcolici.
Alcune regole più specifiche da mettere in pratica
Dimagrire, in caso di sovrappeso o obesità, soprattutto per chi soffre di reflusso gastroesofageo. Consumare dei pasti più piccoli e frequenti: la dilatazione della tasca gastrica, dovuta al consumo di un pasto troppo abbondante, aumenta la produzione di acidi e il rischio di reflusso in esofago.
E’ importante la regolarità dei pasti per i processi digestivi: cercare di consumare i pasti, ogni giorno, agli stessi orari (così da sincronizzarci con il nostro orologio biologico interno), ricordando che la capacità digestiva è come il sole: massima a mezzogiorno e cala con la sera. Evitiamo quindi di cenare tardi e di sdraiarci subito dopo un pasto.
Masticare lentamente, seduti e senza stress
Bere lontano dai pasti in quanto l’acqua al pasto diluisce i succhi gastrici e aumenta il volume nella tasca gastrica, rendendo la digestione più lenta. Evitare bevande troppo calde o troppo fredde.
Fondamentali sono le modalità di cottura dei cibi: è necessario evitare cibi imbibiti d’acqua (zuppe, minestre, brodi – soprattutto se di carne, cibi bolliti, patate lesse). Molto meglio alimenti disidrati come verdure grigliate o ripassate in padella con un leggero soffritto.
Le verdure lesse, spesso considerate le più adatte in caso di disturbi gastrici, sono infatti maggiormente ricche in acqua per cui più difficilmente aggredibili dagli enzimi digestivi e aumenterebbero maggiormente il volume nella tasca gastrica.
Benvenuta frittura, meglio se a pranzo
La cottura in olio, al contrario, disidrata gli alimenti e li rende più facilmente aggredibili da acidi ed enzimi. L’olio cotto inoltre ha un effetto di stimolo (maggiore rispetto dell’olio a crudo) sulla contrazione della colecisti e sul rilascio di bile (effetto coleretico – colagogo) che facilita il processo digestivo e pare favorire anche il microbiota intestinale. Per lo stesso motivo, nonostante sia comunemente sconsigliata, nella pratica clinica anche una frittura casalinga produce spesso un miglioramento dei sintomi in soggetti affetti da gastrite. La frittura andrebbe preferibilmente introdotta a pranzo (magari una volta la settimana), prediligendo quella vegetale, che se ben tollerata, può essere alternate anche con quella di pesce o carne, più impegnativa per il sistema digestivo.
L’olio extra vergine di oliva
Precisiamo, per i più scettici, che recenti studi hanno sottolineato come l’olio extravergine di oliva, a differenza della maggior parte dei grassi alimentari, non rallenta il tempo di svuotamento gastrico (non favorendo il reflusso gastrico) e non modifica la secrezione acida.
Inoltre è stato dimostrato come, la cottura dei carboidrati in olio d’oliva (la classica “mantecatura” della pasta o del riso, per capirci), riduce il carico glicemico al pasto (e a quello successivo), favorendo la formazione di una maggior quantità di amido resistente, che si traduce in un miglior compenso glicemico (fondamentale in chi necessita di dimagrire).
Attenzione comunque a utilizzare l’olio con moderazione.
Gastrite e reflusso: Attenzione a lieviti e zuccheri
Ridurre il consumo di prodotti lievitati e consumare il pane preferibilmente tostato e a lievitazione naturale.
Attenzione agli zuccheri: dolci, merendine, biscotti e creme, oltre ad essere ricchi di grassi “cattivi”, presentano un elevato contenuto di saccarosio che è il principale stimolo, dopo le proteine, per la produzione di acido cloridrico a livello gastrico.
Riguardo alle proteine, anche qui dobbiamo prestare attenzione: carne rossa, uova e pesci grassi richiedono una digestione più lunga per cui il loro consumo è da preferire a pranzo. La sera meglio consumare pesci magri, carni bianche oppure pasta o altri cereali (riso, quinoa, miglio, etc.).
In generale è comunque preferibile consumare carni bianche a quelle rosse: ottime pollo e tacchino soprattutto se marinate per qualche ora in limone o pompelmo e fatte rapidamente cuocere in olio.
La cottura giusta per la carne e il pesce
La carne non va cotta per tempi prolungati ad alte temperature: bolliti, spezzatini, ragù, carni cotte al forno, presentano proteine denaturate (ovvero con una struttura modificata) che rendono l’alimento più difficilmente digeribile. Tra i pesci preferire sogliola, merluzzo, spigola, nasello, orata e pesci poco grassi. Al contrario salmone, crostacei, molluschi e frutti di mare sono più impegnativi da digerire e quindi da preferire a pranzo.
Evitare i formaggi grassi e attenzione alle uova per le quali la miglior cottura è all’occhio o alla coque, mentre sono da evitare sode in quanto più complesse da digerire.
Legumi, verdure e frutta
Anche i legumi, per l’elevato contenuto in fibre, sono spesso impegnativi da digerire: prediligere fagioli cannellini e lenticchie decorticate. Occhio anche alle verdure: prediligere quelle povere in ferro e in cellulosa (che nello stomaco si idrata e forma una massa densa, più impegnativa da digerire) come zucchine, zucca, finocchio cotto, belga cotta, radicchio alla piastra, coste della bieta, scarole, asparagi, barbabietole, spinaci, bieta, cavolo cappuccio, ancor meglio se leggermente ripassate in padella (eventualmente dopo la bollitura così da disidratarle) o cotte ai ferri. La frutta va consumata preferibilmente ad inizio o lontano dal pasto, con l’eccezione di quella cotta che può essere assunta a fine pasto.
Gastrite, reflusso e l’aiuto delle piante
Oltre ad apportare modifiche alla nostra alimentazione anche la fitoterapia può venirci in aiuto. Alcune piante infatti sono ricche in polisaccaridi ad azione lenitiva e protettiva sulla mucosa gastrica (come Aloe, Malva, Altea e Melissa), in grado di creare una pellicola protettiva (simile a quella naturalmente prodotta nel nostro stomaco) in grado di aderire alla mucosa e proteggerla dall’attacco degli acidi. Altre piante invece sono in grado di regolare la secrezione di acido cloridrico come il Tiglio (spesso utilizzato con successo in forma di gemmoderivato).
Infine, molto utili anche liquirizia e zenzero. La prima, oltre a favorire la digestione, svolge una potente attività antinfiammatoria e cicatrizzante e stimola la produzione di muco nello stomaco. Il secondo invece è una radice con effetto pro-cinetico che stimola il transito intestinale e sollecita la secrezione biliare.
Il trattamento farmacologico
Infine vi è il trattamento farmacologico con inibitori di pompa e farmaci antiacidi che quasi sempre risolvono efficacemente i sintomi ma non la causa della gastrite (che spesso tende a recidivare), per cui attenzione all’utilizzo, troppo spesso “fai da te”, di questi farmaci che non sono scevri da effetti collaterali, soprattutto quando l’assunzione è protratta nel tempo.
La salute si conquista ogni giorno solo con scelte alimentari consapevoli e con un corretto stile di vita.
Dott. Dario Amodio
Dietista – Biologo nutrizionista
Esperto (Master di II Livello) in Nutrizione clinica e Metabolismo
Esperto (Master di II Livello) in Oncologia Integrata
Docente e Coordinatore del master di II livello di Medicina integrata presso Università San Raffaele di Roma
amodio.nutrizione@libero.it
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