“Gesù Bambino può nascere prima”. Così Cesare insidia ciò che è di Dio
Secondo nuove indiscrezioni, il Governo vuole confermare il coprifuoco a Natale, impedendo la Messa di mezzanotte. Con la connivenza della Cei, che pare disposta a collaborare
Gesù Bambino nel mirino del Governo rosso-giallo, naturalmente per superiori esigenze covidiche. Sembra una barzelletta – e in un certo senso lo è -, ma rischia di avere risvolti fin troppo concreti nelle vite di milioni di fedeli. Che, oltre al danno, devono subire anche una doppia beffa, targata non solo Palazzo Chigi, ma anche (una volta di più) Conferenza Episcopale Italiana.
“Gesù Bambino può nascere due ore prima”
«Seguire la Messa due ore prima, o far nascere Gesù Bambino due ore prima, non è eresia». Così ragliò Francesco Boccia, Ministro dem per gli Affari regionali, evidentemente ansioso di assicurarsi un certo ruolo nel Presepe. Nonché nella gerarchia ecclesiastica, magari da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, come da frecciata di Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia.
D’altronde, Boccia non è l’unico membro della compagine governativa a essere uscito dal seminato senza essere uscito dal seminario. Solo qualche settimana fa, per dire, era stato il bi-Premier Giuseppe Conte a improvvisare un’omelia sul Natale. Che, «a prescindere dalla fede religiosa, è senz’altro anche un momento di raccoglimento spirituale», e «il raccoglimento spirituale… farlo con tante persone non viene bene».
Da Fra-ttanto a Conte-fice, quindi, e poi magari si farà anche San Giuseppi, così avrà un posto in primissima fila. Non tanto per l’Evento in sé, quanto per controllare che gli Angeli abbiano la mascherina e i pastori non creino assembramenti. Sempre che ci si ricordi di avvisarli, come ha ironizzato Osho.
Boccia, a quanto pare, ha ambizioni più modeste del fu Avvocato del popolo. Così, «da cattolico» (adulto, dunque sedicente) si accontenta di ridefinire il concetto di eresia come il «non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre». Questioni che c’entrano come i cavoli a merenda, ma che il Nostro deve considerare parte di un’arguta argomentazione volta a dimostrare l’esigenza del coprifuoco anche alla Vigilia.
La “nascita anticipata di Gesù Bambino” è l’ennesimo sopruso verso i cattolici
Rispetto alle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, pare che l’esecutivo pensi all’anticipazione della Messa di mezzanotte tra le 18 e le 20. Disposizione priva di qualsivoglia motivazione clinica visto che, presumibilmente, chi intende(rebbe) partecipare alla funzione notturna non rinuncerà a quella vespertina. A meno che non si creda davvero che il Covid-19 colpisca preferenzialmente al calar delle tenebre, neanche fosse un Draculavirus.
Insomma, continuano i soprusi nei confronti dei cattolici, oltretutto irrisi dal BisConte e dal suo Ministro di culto. Che vorrebbero pure spacciare quest’ultima prevaricazione per gentile concessione, dopo il precedente della Messa di Pasqua abolita per lockdown.
La sensazione, però, è che la corda della pazienza stia per rompersi. Conseguenza inevitabile – e prevedibile – di un’applicazione erronea del principio chomskyano della rana bollita, efficace solo se si riscalda il recipiente a poco a poco. Stavolta, invece, il batrace è stato gettato direttamente nell’acqua bollente, e non la sta prendendo benissimo.
Un riverbero si trova nelle dure reazioni dei leader di FdI, Giorgia Meloni, e del Carroccio, Matteo Salvini. Quest’ultimo, per esempio, si è chiesto se sia normale «proporre la nascita anticipata di Gesù Bambino».
La vera domanda, però, è un’altra, e riflette l’insofferenza che continua a montare nei cittadini a ogni livello. Quousque tandem abutere patientia nostra?
Un’irritazione che sarebbe bene non sottovalutare. Da parte dei rappresentanti di tutte le istituzioni.
Cesare insidia ciò che è di Dio
“Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”, ammonisce il dettato evangelico. I sinottici, almeno, perché come detto il Vangelo secondo Giuseppe parrebbe implicare che Cesare possa avanzare pretese su ciò che è di Dio. La clericalizzazione dello Stato dopo la secolarizzazione della Chiesa. Il ciclo non poteva chiudersi diversamente.
Che vi sia affinità tra le diverse istanze lo dimostra l’intenzione del Governo di trattare con la Cei, la quale a sua volta sembrerebbe bendisposta. Anzi, secondo alcuni rumours potrebbe perfino farsi più realista del re, e «aprire alla possibilità di anticipare la Messa di Natale» per venire incontro all’esecutivo. Segno che l’esperienza aprilina non ha insegnato proprio niente.
A Boccia fermo, infatti, i Vescovi dovrebbero ragionare su un aspetto che è ancora più grave del fatto in sé, perché ne è a monte. Nel momento in cui prendono in considerazione l’ipotesi secolare, infatti, le danno automaticamente dignità. E quest’assurda legittimazione dal sapore di connivenza è perfino più sconcertante della possibilità che sia la burocrazia a decidere quando dovrebbe nascere Gesù Bambino.
Sconcertante per il popolo cristiano, pecorelle viepiù smarrite di fronte alle scelte sempre più incomprensibili dei loro pastori. I quali, dal canto loro, delle pecore perseverano nell’assumere i panni. E, per essere chiari, non è un complimento.