Gettata la mascher(in)a, dal 28 giugno si torna finalmente a respirare
Finalmente Speranza ne fa una giusta e toglie l’(inutile) obbligo di indossare il dispositivo di protezione individuale all’aperto: restano dei paletti, e il vincolo al chiuso
Si avvicina sempre più l’auspicato momento in cui sarà gettata la mascher(in)a. Il Ministero della Sanità, accogliendo il parere del Comitato tecnico scientifico, ha infatti deciso di togliere l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione individuale all’aperto. Beninteso, con alcuni paletti: che però nulla tolgono a quello che si può davvero considerare, dopo una così lunga attesa, il vero gusto del futuro.
Presto sarà gettata la mascher(in)a?
Se non altro per una questione meramente statistica, era impossibile che Roberto Speranza, Ministro nomen omen della Salute, non facesse neppure una giusta. Ora – potius sero quam numquam – questo tabù è caduto.
«Dal 28 giugno superiamo l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in zona bianca» ha infatti cinguettato il segretario di Articolo Uno. Aggiungendo che in ogni caso occorrerà rispettare le «indicazioni precauzionali stabilite dal Cts».
Secondo gli esperti, le mascherine vanno sempre portate con sé, per poterle indossare in caso di assembramenti, nei luoghi al chiuso e sui mezzi pubblici. Le persone non conviventi dovranno inoltre mantenere il distanziamento di un metro anche en plein air, nonostante sia acclarato che i contagi all’aperto sono insignificanti.
Le misure si applicheranno, come detto, in zona bianca, ovvero nei territori con meno di 50 casi di Covid-19 ogni 100.000 abitanti. Scenario che al momento si verifica nel 99% delle Regioni italiane, e che dal 28 giugno (appunto) dovrebbe estendersi al 100% del Belpaese.
Anche per questo, rispetto alle iniziali indiscrezioni che facevano riferimento a metà oppure a inizio luglio, la data dello stop all’imposizione è stata anticipata. Forse ha influito pure il fatto che diversi Paesi europei avessero imboccato la stessa strada: che, una volta tanto, non c’è niente di male a seguire.
Gli Italiani sono stanchi
Peraltro, l’infettivologo Matteo Bassetti aveva già sottolineato che «pensare che la gente possa portare la mascherina all’aperto con 35°C è sbagliato e non utile». E addirittura controproducente, nella malaugurata ipotesi che, prima o poi, si debba rispristinare il vincolo.
E d’altronde, come aveva arguito Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, «mi pare che la gente abbia già deciso. Oggi [il 21 giugno, N.d.R.] sono stato a Riccione e in mancanza di ogni controllo la metà delle persone non la portava».
Segno ulteriore e inequivocabile che i cittadini ormai si sentono soffocare, e non solo metaforicamente. Una volta gettata la mascher(in)a, però, si potrà finalmente tornare a respirare. E si respirerà un’aria intrisa di libertà.