Grande Fratello Vip, il caso Marco Bellavia: quando il gruppo diventa il branco
Purtroppo la casa del Grande fratello rispecchia la società in cui viviamo, incurante dell’altro, orientata su se stessi, indifferente alle sofferenze del prossimo
La settimana scorsa si è parlato della squalifica di alcuni partecipanti al Grande fratello vip per aver sottovalutato e ridicolizzato un concorrente che soffriva di depressione. Se ne sono accorti gli spettatori sensibili che hanno fatto esplodere un vero e proprio caso sociale chiedendo a più voci come mai la produzione e il conduttore avessero sottovalutato l’atteggiamento di gran parte del gruppo chiuso nella “casa”.
Il caso Marco Bellavia
La casa è un luogo dove chi ci abita dedica attenzione agli altri conviventi, predilige momenti di convivialità, rispetta l’altro, divide lo spazio e del cibo e soprattutto si prende cura del più fragile. Purtroppo però la casa del Grande fratello vip ha dimostrato di non avere gli attributi per essere definita tale. E’ un gioco e come tale si vive in competizione, si cerca di apparire migliori di ciò che si è nella realtà, si finge bellezza, gentilezza, empatia, sensibilità pur di arrivare a piacere a un vasto pubblico che dovrà votare.
Eppure non è andata così, neanche il ritorno di popolarità ha spinto alcuni personaggi ad apparire migliori. I telespettatori hanno sofferto inermi per il trattamento riservato a Marco Bellavia, impotenti e inorriditi da quel programma che viene visto da milioni di spettatori, anche minori e che facilmente possono emulare tali comportamenti. Marco chiedeva solo comprensione e ascolto; aveva avuto un grande coraggio ad accettare una prova così ardua per le sue condizioni mentali, eppure c’era riuscito.
Sarebbe andato avanti se il gruppo l’avesse accolto, sostenuto e ascoltato; avrebbe potuto migliorare le sue condizioni se avesse trovato un ambiente accogliente, non certo psicologi o psicoterapeuti, ma persone disposte all’ascolto. E invece ha trovato indifferenza, egocentrismo, ridicolizzazione, annullamento, scherno e, cosa ancor più grave, l’indifferenza della produzione.
Dobbiamo chiederci se sia il caso che il programma vada avanti perché tutti sono colpevoli, non solo chi ha detto parole orribili ma anche chi ascoltava indifferente. Il gruppo nelle terapie rappresenta la madre accudente che cura e protegge. Nel gruppo riusciamo a risolvere alcuni nostri conflitti interni e anche un gruppo televisivo può avere un alto contenuto psicologico e sociale.
Marco era in pericolo e nessuno se ne è accorto. Fortunatamente ha reagito andando via ma tali comportamenti avrebbero potuto causare eventi disastrosi. Purtroppo la casa del grande fratello rispecchia la società in cui viviamo, incurante dell’altro, orientata su se stessi, indifferente alle sofferenze del prossimo e anonima, dove la parola “Io” ha sostituito definitivamente il “Noi”.