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Giacomo Puccini, 100 anni fa moriva il “Sonatore” d’Italia

Il 29 novembre 1924 si spegneva l’autore di opere quali Tosca, La bohème, Madama Butterfly, Turandot (con la celeberrima “Nessun Dorma”): ecco gli omaggi previsti per uno dei massimi compositori nostrani

Giacomo Puccini

Giacomo Puccini (1858-1924). © Wikimedia Commons

Quest’oggi, 29 novembre, è il centenario della morte di Giacomo Puccini. Uno dei massimi compositori di tutti i tempi, capace di abbattere gli angusti confini del Belpaese per conquistarsi un posto d’onore nella Storia della musica classica. Tant’è che numerosi eventi sono stati pianificati per celebrare questa ricorrenza, non solo in Italia, ma anche all’estero.

Giacomo Puccini
Giacomo Puccini (1858-1924). © Wikimedia Commons

Gli omaggi al Maestro

«Qui termina la rappresentazione, perché a questo punto il Maestro è morto». Con queste parole, ricorda Rai Cultura, il 25 aprile 1926 alla Scala di Milano Arturo Toscanini interruppe la prima di Turandot sull’ultima nota disegnata dall’amico Giacomo Puccini.

Il genio lucchese, da tempo sofferente per un tumore alla gola, era venuto a mancare il 29 novembre 1924, lasciando incompiuto il suo ultimo capolavoro. Il cui finale, commissionato al collega Franco Alfano, sarebbe stato eseguito sotto la conduzione della più grande bacchetta di sempre nelle due recite successive, e mai più.

La “sua” Toscana ha organizzato una serie di iniziative per rendere omaggio a uno dei suoi figli più illustri nell’anniversario della sua scomparsa. L’epicentro, scrive La Nazione, non poteva che essere Torre del Lago, la frazione di Viareggio dove il Doge (come l’aveva soprannominato l’editore Giulio Ricordi) abitò per trent’anni. E dove scrisse, almeno in parte, (quasi) tutte le sue opere maggiori, da La bohème a Tosca, da Madama Butterfly a La fanciulla del West.

Giulio Ricordi
Giulio Ricordi (1840-1912). © Archivio Storico Ricordi / Wikimedia Commons

Il tributo del borgo al suo illustre ospite, il cui nome nel frattempo ha aggiunto al proprio, prevede tra l’altro concerti, proiezioni e cerimonie religiose. Un programma simile a quello di Bruxelles, luogo dell’ultimo viaggio terreno dell’artista, commemorato per buona misura anche a Londra. La sua patria, Lucca, ha invece predisposto un tour urbano alla scoperta dei luoghi della sua giovinezza, denominato “Walking tour: sulle tracce di Giacomo Puccini”.

Proprio nella città dalle cento chiese, come riporta Sky Arte, è stato presentato il fumetto “Giacomo Puccini – Una vita per la musica”. Senza dimenticare lo speciale palinsesto della RAI, fatto di allestimenti lirici e approfondimenti sulla figura del Maestro, col contributo del direttore d’orchestra Beatrice Venezi, sua conterranea.

Chi era Giacomo Puccini

Come rileva l’AGI, il grande operista nacque in una famiglia di musicisti ed ebbe un’esistenza irrequieta come il suo temperamento, passionale e schivo allo stesso tempo. Diede scandalo, ad esempio, la sua relazione con una donna sposata, Elvira Bonturi, che dopo essere rimasta vedova divenne sua moglie e gli diede l’unico figlio, Antonio.

Antonio Puccini, Giacomo Puccini ed Elvira Bonturi
Antonio Puccini, Giacomo Puccini ed Elvira Bonturi (© Archivio Storico Ricordi / Wikimedia Commons)

Il Nostro comunque, per restare in ambito lirico, era un dongiovanni, fortemente incline alle scappatelle, anche se dopotutto restò legato alla consorte fino alla fine. In modo simile, non si negava piaceri come la caccia, la buona cucina, i sigari e le automobili. Queste gli fecero rischiare la vita in un grave incidente stradale nel 1903, quelli gliela tolsero provocandogli il cancro fatale.

Appena due mesi prima, Re Vittorio Emanuele III, com’era sua facoltà, gli aveva concesso uno scranno a Palazzo Madama. Curiosamente, la stessa esperienza l’aveva fatta Giuseppe Verdi, che anche sul trono del melodramma si era seduto, fino al 1901, prima di Puccini. Il quale fu molto inorgoglito dalla nomina – tanto agognata – alla Camera Alta, al punto da autodefinirsi nelle sue ultime lettere, non senza ironia, “Sonatore del Regno”.

Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi (1813-1901). © Bonhams / Wikimedia Commons

Nessun dorma, allora, come nella celeberrima romanza turandottiana resa immortale dall’interpretazione di Luciano Pavarotti. Perché, anche se la notte del mondo è oscura e piena di misteri, si può sempre cantare, con il “Principe ignoto” Calaf, che all’alba vincerò!