Gianfranco Vissani contro gli aperitivi: “Una cavolata, rovinano i ristoranti”
Gianfranco Vissani contro la consuetudine di consumare aperitvi Una tendenza che secondo lo chef è dannosa per i ristoranti
E’ la moda del momento. Non un semplice momento di aggregazione, ma un cult della contemporaneità. Una vera e propria usanza di consumare food and beverage in maniera alternativa. Lontano dai pasti, lontano da casa. Una pratica comune che detta i tempi, i luoghi, le mode. Che va bene tanto in primavera, tanto quanto in inverno. Parliamo dell’aperitivo, non più una specifica bevanda ma un vero e proprio stile di vita.
Una usanza che ha origini antichissime. Pare infatti che sin dall’antica Grecia, il medico greco Ippocrate già prescrivesse a pazienti affetti da inappetenza un medicinale di sua invenzione. Si chiamava vinum hippocraticum, una sorta di intruglio composto da vino bianco e dolce, mescolato con fiori di dittamo, assenzio e ruta.
Una piacevole consuetudine, presente anche nella Roma Antica, dove una base di vino e miele, il mulsum, veniva degustato come prologo di un pasto più completo. Il termine Aperitivus, “che apre”, appunto, stava proprio ad indicare la consumazione di una bevanda in grado di stimolare e, dunque, “aprire” la sensazione della fame.
Il concetto di aperitivo, oggi divide le opinioni, soprattutto tra gli addetti ai lavori. E’ una tendenza che premia la grande cucina o al contrario la limita? In alcuni casi, addirittura la sostituisce?
A rispondere è il noto chef Gianfranco Vissani, il quale assume una chiara e limpida posizione a riguardo: “La maggior parte degli aperitivi, rovinano i ristoranti. Per molti, fortunatamente non per tutti, titolari di locali non è più solo lo Spritz, ma un’opportunità per servire cibo di seconda scelta. Quello non è aperitivo. Arriva tutta la roba: i rigatoni, le pizze, le cozze, di tutto. Tutte cavolate”.
Il famoso gastronomo e scrittore, mostrando il proprio forte disappunto non le manda proprio a dire e rincara la dose: “Facciamo l’aperitivo alle tre e mezzo del pomeriggio come i bambini. E poi alle otto, otto e mezza. Hanno rovinato la cena. Non tutti chiaramente ma una buona parte. Va di moda questo pokè con il salmone, con il granturco. Quello lo davano ai piccioni. Non sono cambiamenti, sono cavolate”.