Ginevra II, manifestazione per la Siria
Da Roma a Montreux: Comunità siriana in Italia e Fronte Europeo per la Siria per la pace in Siria
Da Roma a Montreux per sostenere il processo di pacificazione in Siria.
Due delegazioni romane di ‘Comunità siriana in Italia’ e ‘Fronte Europeo per la Siria’ raggiungeranno nella mattinata di domani la Riviera Svizzera, in occasione dell'inizio del percorso di mediazione diplomatica che approderà a “Ginevra II”.
A poche ore dall’inizio dei lavori, le adesioni sono ancora in fase di definizione in seguito all'invito rivolto dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a Teheran, che conferma la sua presenza “senza precondizioni”. E mentre Louay Safi, portavoce della Cn, rende noto che "la Coalizione siriana rinuncerà a partecipare alla conferenza di Ginevra II se l'invito rivolto all'Iran non verrà ritirato”, in linea con Stati Uniti, Francia ed Arabia Saudita; la Russia ritiene che l'assenza dell'Iran alla Conferenza sarebbe un "errore imperdonabile".
Nel frattempo, a Damasco, il legittimo Presidente Bashar Al-Assad -come diffuso dall’emittente ‘TG 24 Siria’- ha esortato la delegazione ufficiale “ad essere all'altezza dell'incarico, rappresentare le sofferenze e le speranze del popolo, conservare la sovranità della Siria e rifiutare qualsiasi ingerenza estera, senza mai cedere i nostri principi nazionali, in particolare la conservazione della nazione del popolo e facendo dei loro interessi una priorità”.
E così, mentre le potenze mondiali sono intente a ‘bisticciare’, l’emorragia fondamentalista in Siria non si arresta, come ci racconta Jamal Abo Abbas, Presidente della Comunità siriana in Italia, nata a Roma negli anni 70 e diventata, oggi più che mai, punto di riferimento per tutti i siriani trapiantati e rifugiati. Jamal si ricorda di quando è cominciata la guerra, lui era a Damasco all’epoca, e ci racconta di come all’inizio “non sembrasse una rivolta violenta ma una richiesta di maggior libertà da parte dei cittadini siriani, una cosa che ci trovava d’accordo, poi però ci siamo presto resi conto che era una finzione di pochi jihadisti” (questo accadeva il 16 marzo 2011 –ndr) . A tre anni dall’inizio delle ostilità, il conflitto in Siria si è finalmente rivelato a tutti per quel che realmente è, ovvero “un complotto del fondamentalismo mondiale, con proseliti in Cecenia, Afghanistan, Iraq ed Arabia Saudita” e -prosegue Jamal- “proprio quest’ultima campeggia, con mire economiche ma anche e soprattutto religiose. Il pericolo non riguarda solo il vicino Oriente, perché tra i loro obiettivi c’è anche l’occupazione dell’Europa cristiana ed una fantomatica restaurazione del Califfato, ovvero quello che proclamano nei loro discorsi e con le loro azioni da ‘taglia gola’.”