Giochi e legge di Stabilità: guerra aperta tra Renzi e minoranza
Numerose le polemiche in questi ultimi giorni sulla Legge di Stabilità 2016, schermaglie che mettono a confronto legislatori e gruppi di minoranza
Sono numerose le polemiche sollevate in questi ultimi giorni sulla Legge di Stabilità 2016, le solite schermaglie che mettono a confronto legislatori e gruppi di minoranza prima dell’approvazione da parte delle Camere di uno dei testi più importanti a livello economico.
Tra i campi di battaglia più accesi, come da cliché, spicca quello del settore Giochi. Da un lato gli ingenti introiti economici di cui è portatrice l’industria del gioco di azzardo, dall’altro lastrumentalizzazione e la lotta alla dipendenza patologica, sono i motivi del contenzioso che divide in due frange opposte politici e opinione pubblica. L’apertura del Governo Renzi al settore dei Giochi ha letteralmente scatenato le ire dei gruppi parlamentari opposti. Il M5S sta puntando il dito contro l’esecutivo attraverso continue proposte e emendamenti per abolire la pubblicità del gioco d’azzardo sui mezzi di comunicazione di massa. Ultima in ordine di tempo la richiesta inoltrata dall’onorevole Di Maio su facebook a Francesco Totti, esortandoli a non svolgere più il ruolo di brand ambassador per azienda legate all’industria del gambling. Fratelli d’Italia starincarando la dose minacciando di battersi con tutte le sue forze e su tutti i campi contro le ultime decisioni governative a favore del gioco d’azzardo, mentre l’Idv ha proposto il divieto assoluto e totale dei giochi con puntate in denaro.
Accantonato il via libera all’apertura di 22mila nuove sale da giocosul territorio italiano, andiamo ad analizzare cosa comporterà la manovra che entrerà in vigore a partire dall’1 Gennaio 2015. Nell’ultima bozza si legge che saranno 15mila le concessioni rinnovate in scadenza nel 2016, decisione presa al fine di non colpire pesantemente “un’industria” dal fatturato faraonico, le cui entrate tributarie relative ai primi 10 mesi dell’anno ammontano a 301.137 milioni di euro, con un aumento del 3,4% (+9.862 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2014. Un vero e proprio bottino d’oro per le finanze statali.
Il capitolo della Legge di stabilità dedicato al gioco d’azzardo punta forte sul sostegno economico che annualmente l’industria dei giochi fornisce all’Erario. Difatti, i legislatori del governo Renzi hanno deciso di aumentare il prelievo fiscale sugli apparecchi da intrattenimento. Il 2016 vedrà salire le tasse sulle slot machine dal 13 al 15% e quelle sulle Video Lotteries raggiungeranno il 5,5% registrando un +0,5% rispetto al 2014. Tale manovra comporterà un aumento degli incassi statali di circa 500 milioni di euro dal settore denominato in gergo machine gambling.
Alla potenziale crescita del gettito e del malumore delle imprese attive nel nostro Paese, il governo Renzi ha contrapposto nella Legge di Stabilità una proposta per regolamentare le piattaforme online che operano in maniera poco chiara nel nostro Paese, per evitare di far confluire capitali italiani nelle casse di altre nazioni. La lotta che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sta portando avanti contro le piattaforme .com dura ormai da diversi anni e ha portato a risultati incoraggianti. L’entrata nelle piattaforme regolamentate AAMS di colossi internazionali che hanno contribuito in maniera decisiva alla crescita del settore online. Ad esempio, Bet365 possiede adesso oltre il 20% di quota GGR (margine al lordo dell’imposta) nel segmento delle scommesse online. 32Red ha contribuito insieme agli altri operatori alla crescita del GGR dei casinò games, passato nell’ultimo anno da 124,4 a 153,6 milioni di euro con una crescita pari a +24%. Tale crescita è legata alla evoluzione delle macchinette virtuali, ad esempio le medesime slot machine online di 32Red, che hanno cambiato radicalmente stile a livello qualitativo, oltre ad offrire un’ampia gamma di giochi interattivi 2.0.
Il gap tra il gioco terrestre e quello online è ancora piuttosto ampio, soprattutto a livello di raccolta e entrate per lo Stato, ma l’obiettivo per gli economisti governo sembra quello di aiutare la crescita e la diffusione del settore online per attingere successivamente da due fonti, che insieme rappresentano la terza industria del nostro paese.