Prima pagina » Politica » Giorgetti e il Draghi, l’infatuazione che cambia la Carta in tavola

Giorgetti e il Draghi, l’infatuazione che cambia la Carta in tavola

Il Ministro leghista evoca un semipresidenzialismo “de facto”, con SuperMario che dal Quirinale orienterebbe anche il Governo. Un’ipotesi che fa strame della Costituzione, ma…

giorgetti e il draghi

Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il Premier Mario Draghi

Dopo San Giorgio e il drago, è ora il turno di Giorgetti e il Draghi. Intesi come il Ministro leghista dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e il Premier Mario Draghi. Uniti, diversamente dagli originali, da una foscoliana “corrispondenza d’amorosi sensi” che oltretutto si estende ben oltre i diretti interessati. Contagiando il cosiddetto “quarto potere” con effetti che, eufemisticamente, si potrebbero definire paradossali – a rotta di Colle.

Giorgetti e il Draghi

«Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto in cui il Presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole». Così, in modo piuttosto estemporaneo, il numero due del Carroccio Giorgetti ha sparigliato la corsa alla successione del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

In sostanza, il titolare del MiSE ha (ri)proposto che l’ex Presidente della Bce venga eletto al Quirinale, da dove però dovrebbe orientare anche l’azione dell’esecutivo. Un’ipotesi che fa il paio con quella secondo cui SuperMario dovrebbe restare a Palazzo Chigi anche oltre il 2023, indipendentemente dall’esito delle prossime Politiche.

quirinale
Il Quirinale

Ora, simili scenari potrebbero dare il “la” a innumerevoli considerazioni, tipo che la Costituzione non è un optional. Oppure che la separazione e il bilanciamento tra poteri dello Stato, che risalgono almeno a Montesquieu, servono a evitare qualsivoglia rischio di abusi. E non a caso sono princìpi cardine dello Stato di diritto.

costituzione
La Costituzione italiana

Potrebbero, già. Però ci ha pensato l’ex direttore di Repubblica e attuale firma del Corsera Carlo Verdelli a spiegare a noi comuni mortali come stanno davvero le cose. «La Costituzione dice altro? Amen» l’intelliggente (con-due-gi) cinguettio.

Chiaro, no? E noi che facevamo constatazioni basate su quisquilie come la democraziaFortuna che ci sono intellò e maître à penser a ricordarci hegelianamente che, se i fatti non si accordano con l’ideologia, “tanto peggio per i fatti”. Soprattutto in presenza di una tale meta-infatuazione mediatica capacissima, a quanto pare, di cambiare la… Carta in tavola.

Lascia un commento