Giornalista de Il Tempo aggredita dagli attivisti per la casa
Montano le polemiche sui Movimenti, e resta il problema dell’emergenza abitativa
"Io, aggredita per gli articoli sui violenti", questo è il titolo dell' articolo apparso ieri su il Tempo a firma di Francesca Musacchio, la giornalista aggredita dagli attivisti dei Movimenti per la Casa contestualmente all'arresto, lunedì scorso in Piazza Montecitorio, del leader dei movimenti Paolo Di Vetta da parte degli agenti della Digos.
E' così che Francesca ha voluto raccontare la sua storia, rendendola pubblica tramite la testata per la quale ha pubblicato la sua inchiesta proprio su questi movimenti, e che ha fatto emergere lo scenario di una "galassia antagonista che lucra sulla disperazione di persone senza un tetto, immigrati e disperati".
La Musacchio aveva documentato infatti come dietro il fenomeno dell' emergenza abitativa ci fosse un vero e proprio business: gli immigrati verrebbero arruolati nei cortei, la partecipazione ai quali sarebbe la condizione fondamentale per ottenere un posto in uno dei 100 stabili occupati a Roma, edifici spesso fatiscenti dove le persone vengono "stipate" in numero superiore alla effettiva capienza.
"Una realtà che si nutre del disagio sociale, amplificando i toni di quello che definiscono il «conflitto sociale»" cosi la Musacchio definisce i movimenti per la casa.
E per questo, di tutta risposta, è stata additata come "bastarda" e "infame".
Il problema del diritto all' abitare oggi è una questione di primo piano, certo, ed il problema non è solo degli immigrati ma anche di moltissimi italiani, che, tra l' altro, non riescono a stipulare mutui e non rientrano nelle graduatorie per l' edilizia popolare.
Un problema che, quindi, dovrebbe essere affrontato dalla politica, ad esempio con un piano serio per una nuova edilizia popolare, che torni ad essere a misura d' uomo e non di costruttori, ma anche riformando le regole di un sistema che oggi non permette alle giovani famiglie con un lavoro precario, per esempio, di acquistare la casa con formule agevolate come quelle dell' affitto a riscatto.
Insomma la politica la sua parte non la fa, anzi, ma finora sembra non l' abbiano fatta nemmeno i movimenti di protesta che, secondo quanto è emerso, hanno solo cavalcato la rabbia e il disagio popolare.
Ci sono tanti giovani e tante famiglie, però, che rimangono in attesa di vedere realizzate delle politiche che garantiscano con provvedimenti concreti il diritto alla prima abitazione familiare. Un diritto che, se riconquistato potrà consentire alle giovani generazioni e a quelle meno giovani, in una società sempre più liquida, di poter finalmente appropriarsi di una base solida, per progettare il proprio futuro con un tetto sopra la testa.