Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia: in 160 milioni sfruttati
Parliamo tanto di diritti civili. Bisogna chiedere che venga eliminato questo sfruttamento illegittimo
Oggi, 12 giugno 2023 si celebra la 22esima Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia. Nel mondo ci sono 160 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni, coinvolti in lavori di vario genere e pericolosità. Lavorano correndo seri rischi per la salute e per il loro sviluppo psicofisico.
A denunciarlo, Save the Children in un comunicato divulgato in occasione appunto della 22esima Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia. Save the Children rilancia l’allarme su questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza che in Italia si stima riguardi oltre 300mila minorenni, coinvolti in esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali.
Mercati Generali, fabbriche: i luoghi di sfruttamento minorile
Hassan ha 15 anni, vive a Torino. La sua è una famiglia di emigrati egiziani. Comincia a lavorare ai Mercati Generali di notte. Dalle 5 del mattino fino alle 9 di sera.
Al ragazzo, in ansia per il rinnovo del permesso di soggiorno, era stato promesso un contratto di lavoro al termine delle prime due settimane di lavoro. Inizialmente il lavoro non sarebbe stato neanche retribuito: gli hanno detto che doveva imparare il mestiere, che consisteva nel caricare e scaricare casse di frutta e verdura. Di recente, gli operatori sociali hanno incontrato Hassan, che era ancora in attesa di ricevere il contratto.
Alisha ha 11 anni è indiana e vive a Muthu Nagar. I suoi genitori sono emigrati dal Bihar in cerca di lavoro e la famiglia è composta in totale da 8 membri.
In questo momento di grande difficoltà per trovare lavoro da parte dei genitori, Alisha è costretta a lavorare in una fabbrica tessile. In particolare, si occupa di sbrogliare il tessuto di scarto degli indumenti e di realizzare decorazioni per i vestiti.
Ogni giorno può realizzare fino a 1000 decorazioni, ma guadagna soltanto 50 rupie, equivalenti a 57 centesimi di euro.
Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, in Italia sfruttati 336 mila bambini tra i 7 e i 15 anni
Il lavoro minorile è un fenomeno ancora molto diffuso nel Mondo, come scrive IlSole24ore in un articolo del 10 giugno scorso.
Nonostante la maggior parte degli Stati abbia ratificato la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, i progressi positivi nella riduzione del fenomeno compiuti tra il 2000 e il 2020 hanno dovuto fare i conti con i conflitti armati, l’impatto della pandemia Covid-19 e la crisi climatica, che hanno prodotto un aumento vertiginoso delle famiglie sfollate o precipitate nella povertà, costringendo altri milioni di bambini al lavoro minorile.
Ai bambini affidiamo lavori dannosi e pericolosi per la salute e lo sviluppo
Nell’articolo del quotidiano finanziario si legge ancora che Save the Children rilancia l’allarme su questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza, che in Italia si stima riguardi 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni.
Secondo le stime dell’ultimo rapporto nazionale diffuso dall’organizzazione: Non è un gioco, realizzato in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, quasi 1 minore su 15 tra i 7 e i 15 anni, il 6,8% della popolazione totale in questa fascia d’età, svolge o ha svolto una attività lavorativa, una proporzione che sale a 1 minore su 5 se si considerano solo i 14-15enni.
Tra questi ultimi, il 27,8% dei casi (circa 58mila adolescenti) riguarda lavori particolarmente dannosi per l’impatto sui percorsi educativi e il benessere psicofisico degli adolescenti coinvolti, essendo svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi.
Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, hai notato il cameriere?
Nel rapporto si rileva come i settori più interessati al fenomeno del lavoro minorile in Italia siano la ristorazione (25,9%) e la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali (16,2%).
Ovviamente molti bambini sono coinvolti nei lavori di campagna (9,1%) secondo una vecchia tradizione delle famiglie contadine. Altri lavorano nei cantieri edili (7,8%), oppure in attività di assistenza e cura verso parenti in casa (7,3%).
Si sono scoperte altre forma di occupazione minorile nel settore online, per esempio per la realizzazione di videogiochi o di video di intrattenimento e promozione pubblicitaria , il fenomeno dei baby influencer o aspiranti tali (5,7%), con la realizzazione di contenuti dedicati ai loro coetanei ma con dietro l’assistenza e il business dei genitori e delle ditte che vendono prodotti per bambini: giocattoli, cibo, sneakers, smartphones, vestiti.
Sebbene il 70,1% dei 14-15enni che lavorano o hanno lavorato, lo abbiano fatto in periodi festivi, il lavoro è intenso da un punto di vista della frequenza: quando lavorano, più della metà dei 14-15enni lo fa tutti i giorni o qualche volta a settimana, circa 1 su 2 lavora più di 4 ore al giorno.
La Pandemia ha aggravato la situazione
I dati internazionali relativi al lavoro minorile nel Mondo, sono allarmanti: secondo l’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) i 160 milioni i bambini e le bambine coinvolti in lavoro minorile sono destinati ad aumentare, per la prima volta in 20 anni.
Il Covid ha esposto quasi 9 milioni di bambini in più al rischio di sfruttamento lavorativo. Attraverso dei casi studio condotti in Perù e in India, il report, spiegano i promotori, dimostra come molti bambini hanno rinunciato ad andare a scuola, e hanno dovuto iniziare a lavorare per garantire la sopravvivenza delle loro famiglie.
I bambini peruviani, che lavorano come venditori ambulanti, non vedono opportunità per loro e nemmeno per i loro genitori in futuro. Prima del Covid-19 andavano a scuola, ma negli ultimi anni non hanno avuto altra scelta che abbandonare gli studi e aumentare il loro lavoro in strada.
“Il rapporto ILO mostra quanto i bambini stiano soffrendo per le conseguenze della pandemia– commenta Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia e rappresentante del Consiglio internazionale della Federazione – Il benessere dei bambini è massicciamente minacciato dalle conseguenze della pandemia. Nelle regioni del mondo in cui siamo presenti, vediamo un aumento allarmante dello sfruttamento del lavoro minorile.
La comunità internazionale deve impegnarsi concretamente con misure che permettano ai più poveri di convivere con le conseguenze del Covid 19 e di riavere accesso all’offerta economica e all’ assistenza sociale. Questo deve includere, soprattutto, la protezione dell’infanzia contro la violenza e l’accesso all’istruzione che permetta ai bambini e alle bambine di ricevere un’educazione e di non essere sfruttati”.
Giornata mondiale dei diritti dei bambini, se togli l’infanzia cosa gli resta?
L’avviamento al lavoro minorile coincide quasi sempre con l’abbandono scolastico.
Questa relazione esiste nei paesi occidentali dove l’abbandono è una pratica illegale e perseguita fortemente, immaginiamoci nei Paesi del Terzo mondo, dove si devono fare i conti con la miseria più nera, il fatalismo, l’assenza di controlli.
I bambini sono in balia degli eventi e della società. La vita in certe condizioni è quella di una giungla dove bisogna sopravvivere, prima che studiare e sviluppare la propria personalità. Più sei piccolo e più dovrai lottare per arrivare a domani.
Migliaia di bambini, spesso senza più una famiglia che si occupi di loro, si aggregano in bande di derelitti, nelle quali vige una logica di sudditanza regolata da pratiche di bullismo arcaico. Vagano per le strade, frugano tra le montagne di immondizia, in cerca di oggetti da rivendere per pochi denari, sufficienti appena per un tozzo di pane.
Se capita ricorrono al furto, disponibili sul mercato del sesso e per qualsiasi cosa pur di mangiare. Provo molta pena per questi bambini, privati della loro infanzia, dei sentimenti più belli che dovrebbero stimolare un preadolescente e farlo crescere, per le potenzialità umane che vanno al macero con le loro vite.
D’altro canto anche sottrarre un bambino alla povera economia della sua famiglia, pur se un’operazione giusta nei suoi confronti e per i suoi diritti, diventa un’altra azione che porta sofferenza e disagi e necessariamente lo allontana dalle sue radici. Comunque vanno salvati.