Gioventù Nazionale, blitz a Roma contro le adozioni ai gay
Ieri notte il blitz dei militanti davanti al Tribunale dei Minori di Roma
Si è svolto ieri notte il blitz dei militanti di Gioventù Nazionale, davanti al Tribunale dei Minorenni, per protestare contro la decisione, dei giorni scorsi, di concedere l’adozione di una bambina a una coppia di donne omosessuali. La bambina, infatti, era nata da una delle due donne, tramite fecondazione eterologa.
Le reazioni erano state molto accese e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, aveva definito la decisione una “sentenza ideologica”, inaugurando una campagna contro le adozioni gay, campagna che ha suscitato molto scalpore a livello mediatico.
Da registrare, nella giornata di ieri, le affermazioni su Twitter di Vladimir Luxuria contro Giorgia Meloni, una riprovevole caduta di stile a prescindere da qualsiasi posizione si abbia sulla vicenda: “Spero che nessun bambino venga abbandonato dal padre a 12 anni come è successo alla vostra Giorgia Meloni”.
La replica della Meloni non si è fatta attendere: “So bene quanto crescere senza padre sia terribile. Usare le vicende personali per attaccare politicamente è schifoso”.
Motivando il blitz di ieri sera, Daniele Saponaro e Andrea Moi, dirigenti romani di Gioventù Nazionale, hanno dichiarato: “Ultimamente in Italia è in corso una battaglia ideologica per cercare di snaturare la concezione di Famiglia, prima nascondendosi dietro leggi anti-discriminazione per combattere l’omofobia e ora con questa allucinante sentenza del Tribunale dei Minorenni. E’ sconcertante, sia giuridicamente che politicamente, che si apra la strada alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso accogliendo giurisdizioni di Paesi esteri (le due donne si erano sposate all’estero), con questa sentenza si scavalca la funzione propria di un organo giudiziario entrando nella sfera di attribuzioni del Parlamento”.
“Luxuria – continuano – si sciacqui la bocca prima di sparare idiozie su temi delicati come questi, noi staremo sempre in prima linea a difendere l’unico modello di Famiglia che la società conosca, quella in cui i figli hanno il diritto di crescere con la loro mamma e il loro papà”.