Parte il Giro d’Italia “delle foglie morte”: ripartenza o focolaio di polemiche?
Con il via ufficiale dalla Sicilia, il Giro dall’insolita veste ottobrina vuole riportare lo sport a contatto con la gente. Tra bolle, protocolli e buonsenso, una prova anti-Covid per tutti noi
Non è maggio ma è come se lo fosse a Palermo. Con temperature estive (38°, vento di scirocco e purtroppo qualche principio d’incendio) è partita la 103° edizione del Giro d’Italia. Un Giro diverso, partito nella “tropicale” Sicilia d’ottobre ma che tra poco più di due settimane dovrà fare i conti con freddo e neve per salire sullo Stelvio. La voglia di far tornare lo sport a contatto con le persone, passando come da tradizione sotto casa dei tifosi. Un passaggio inusuale perché tra strade con le foglie morte sul ciglio, un’ulteriore incognita per i corridori.
Tra le tante incognite una grande certezza: Filippo Ganna. Il verbanese, dopo l’ultima tappa della tirreno-Adriatico e dopo il Mondiale a cronometro conquistato ad Imola 8 giorni fa, prosegue nel suo periodo magico e trasforma la sua prima uscita in maglia iridata in maglia rosa. Un dominio nella cronometro da Monreale a Palermo, per 15 km alla velocità monstre di 58,8 km/h di media.
Il Giro d’Italia sfida il Covid: parallelismi con Tour e Serie A
Ma in questa corsa Rosa, che dopo il weekend prima scalerà l’Etna e poi si appresterà a risalire la penisola dal versante adriatico, la vera incognita per tutti sarà il Covid. In Francia ci sono state diverse polemiche scaturite dal passaggio del Tour de France: alla partenza da Nizza i nuovi casi giornalieri (su media settimanale) erano 4932, all’arrivo in una Parigi blindata poco più di 10mila, il doppio. Si sono viste persone assiepate sulle salite che tifavano i corridori senza mascherine, altre salite chiuse per evitare assembramenti.
Tra i protagonisti solo il direttore della corsa (Christian Prudhomme) è stato infetto per una settimana. Insomma, la sfida del Covid internamente è stata vinta, grazie a rigide norme di bolla e protocolli, mentre al di fuori i problemi sono aumentati. Sarà questa la grande sfida per un’Italia i cui casi stanno per superare il limite dei 3mila quotidiani: il rischio concreto è che in un’Italia dalla polemica facile, il Giro possa diventare “focolaio” anche di critiche, facendo arrabbiare i tifosi del calcio che possono andare solo in mille allo stadio.
Il tutto però, in una settimana dove la bolla della Serie A è definitivamente scoppiata: il focolaio del Genoa arrivato a quota 17 giocatori infetti, i 2 del Napoli avversaria del Grifone domenica scorsa e prossima avversaria della Juve, che in questi minuti ha isolato la squadra per due membri dello staff positivi. Genoa-Torino già rinviata, Juve-Napoli a 24h dal fischio d’inizio ancora lievemente a rischio.
Insomma, tra tamponi, bolle, protocolli e soprattutto responsabilità individuale, Giro e Serie A fungono da enormi banchi di prova per testare l’Italia intera in questo caldissimo autunno in attesa del vaccino.