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Giubileo e Campidoglio: un bilancio da dilettanti allo sbaraglio

Farsi sorprendere dal Giubileo è sinceramente un’impresa impossibile: arriva puntualmente e inevitabilmente ogni venticinque anni a Roma

Polizia Roma Capitale, piazza del Campidoglio a Roma

Polizia Roma Capitale, piazza del Campidoglio a Roma

Il mese di Aprile concluderà il primo terzo dell’anno giubilare 2025, iniziato la notte di Natale del 2024 con l’apertura della porta santa. Possiamo quindi iniziare a fare qualche bilancio, domandandoci come sta, a un terzo del cammino, la Città che approfitta sempre dei cospicui fondi del Giubileo per rifarsi il look.
Una domanda che dovremmo rivolgere sia ai cittadini romani, che la vivono quotidianamente, che ai milioni di turisti che approfittano di questo evento per visitarla.

La montagna (di soldi per Roma Capitale) e il topolino (dei fatti)

Basta tuttavia uno sguardo veloce per rendersi conto che la città non sta bene: cantieri ancora in corso ovunque; alcune piazze, come Piazza del Risorgimento e la parte di Piazza San Giovanni antistante la basilica, rinnovate in modo discutibile e un piccolo sottopasso automobilistico, realizzato per liberare il traffico intorno a via della Conciliazione, ritenuto troppo costoso rispetto al, pur indiscutibile, vantaggio ottenuto. Per il resto poco o nulla di particolarmente visibile o efficace.

Sorpresi dal Giubileo come gli studenti agli esami?

Farsi sorprendere dal Giubileo è sinceramente un’impresa impossibile: arriva puntualmente e inevitabilmente ogni venticinque anni, quindi sarebbe programmabile con largo anticipo. Eppure, tranne in casi rarissimi – come quello del 2000, magistralmente gestito dal Sindaco Rutelli – ci si fa trovare impreparati. Non vogliamo credere che l’Amministrazione capitolina si comporti come quegli studenti svogliati che, pur sapendo in anticipo la data dell’esame, si riducono a studiare intensamente solo l’ultima settimana, con nottate insonni e litri di caffè, ma questa è purtroppo l’impressione che hanno i cittadini e i turisti. E non solo nel centro della città, ma anche in luoghi periferici, come via Noale a la Rustica, ridotta a senso unico da settimane, per rifare il manto stradale con i fondi del Giubileo.

La ciliegina di Piazza del Campidoglio sulla torta dei ritardi

Ma la “ciliegina sulla torta” sta in Piazza del Campidoglio. Una delle piazze più belle di Roma e sicuramente tra le più straordinarie al mondo, non solo per essere stata progettata e realizzata da Michelangelo e completata poi da Giacomo della Porta, ma per la storia millenaria del colle capitolino, che sul versante orientale regala un’imperdibile vista sui Fori imperiali.

Il progetto di Michelangelo, sfruttando in modo mirabile le regole della prospettiva, ci ha regalato un gioiello di rara bellezza che, a sua volta, incastona altri gioielli: le statue colossali dei dioscuri Castore e Polluce, posti, insieme ai Trofei di Mario, ai lati della cordonata che conduce al Campidoglio da via del Teatro di Marcello; la statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio (copia dell’originale conservato negli adiacenti Musei capitolini) che fa da fulcro alla piazza; lo sfondo del Palazzo Senatorio con la statua seduta di Minerva-Roma e ai lati le antiche statue che personificano, sul lato sinistro e destro del palazzo, il fiume Nilo e il Tevere.

Salita faticosa con finale deludente

Salire la cordonata che conduce alla piazza del Campidoglio è un po’ faticoso, più o meno come salire i 124 scalini che conducono all’adiacente chiesa dell’Ara Coeli, ma è una fatica alla quale ci si sottopone volentieri, trovando come “premio” un maestoso spettacolo di architettura e di stratificazione storico-archeologica.

Ma oggi, alla fine della salita, il turista viene sopraffatto dalla delusione. Tutta la piazza, ad eccezione della statua di Marco Aurelio, è “incartata” da impalcature sulle quali, in modo quasi ironico, campeggiano cartelli bordati di giallo papalino che avvertono che si stanno “prendendo cura” di questo bene straordinario.

Campidoglio incartato e invisibile

Per consolare i turisti – o per prenderli in giro? – sulle transenne sono disegnate e raccontate tutte le meraviglie che purtroppo non si possono vedere. Insomma, avete attraversato il mondo per leggere dei cartelli e guardare disegni e foto che potevate guardare stando comodamente seduti sul divano di casa. Come se, dopo un lungo volo per arrivare alle cascate del Niagara, vi facessero vedere un loro filmato. Non male come premio.

Ci fa piacere che vi stiate prendendo cura della piazza, siamo certi che i lavori di restauro fossero urgenti, siamo convinti che stiate facendo del vostro meglio, ma non possiamo fare a meno di porvi qualche domanda: non lo sapevate che quest’anno ci sarebbe stato il Giubileo? Non lo sapevate che proprio quest’anno milioni di turisti sarebbero venuti a vedere la piazza del Campidoglio? Non lo sapevate che i lavori sarebbero durati – guarda un po’! – per tutto il 2025 e finiti solo nell’estate del 2026?

L’incapacità di programmare

Non è qui in discussione la scelta di preservare questo bene inestimabile, ma quella di averlo fatto nel momento sbagliato, l’anno del Giubileo. I lavori non erano rinviabili perché andava fermato il degrado degli edifici, ma non potevano essere fatti prima? Il degrado si è palesato all’improvviso o nessuno si è accorto della necessità di intervenire prima?

Siamo colpevoli di non aver indagato sulle cause di questa inefficienza, ma d’altronde osserviamo i fatti come farebbe qualunque semplice cittadino e siamo certi che tanto il Sindaco, quanto il Sovrintendente avranno una spiegazione plausibile, probabilmente legata ai tempi del finanziamento, alla durata delle verifiche e delle progettazione o a qualunque altra circostanza tecnico-burocratica “imprevedibile”, ma che figura fa agli occhi del turismo mondiale la città di Roma, che sulle impalcature viene ribadita come “Caput mundi”?

Una figura barbina, che induce a pensare che i nostri Amministratori e i manager pubblici da essi scelti, siano incapaci di programmare minimamente il loro lavoro. Peccato che la capacità di fare scelte sensate, tempestive e ben programmate è esattamente quella che servirebbe per fare il loro mestiere. Un mestiere molto difficile, che però, proprio per questo motivo, non dovrebbe essere affidata a dei dilettanti allo sbaraglio.