Giustizia, così non va: i casi “per Procura” di Santanchè e Galtier
Il nostro Ministro del Turismo apprende solo dai media di essere indagata: e l’arresto dell’ex allenatore del PSG si basa su una testimonianza de relato, cioè senza prove
Che la giustizia non sia di questo mondo è cosa anche troppo nota, eppure talvolta i suoi amministratori terreni sembrano tenerci proprio tanto a ricordarcelo. E non si tratta di un vizio esclusivamente nostrano, perché nemmeno Oltralpe – per dirne una – il diritto gode di ottima salute. Come dimostrano due casi di stretta attualità, dalla comune matrice manettara.
Giustizia, così proprio non va
«È normale che un Ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?» Domanda retorica, naturalmente, eppure è proprio ciò che è accaduto a chi se l’è posta, la titolare del Turismo Daniela Santanchè. Alla quale, scrive Il Tempo, sono contestati i reati di bancarotta e falso in bilancio in relazione alle società del gruppo Visibilia, da lei fondato.
Come ha scoperto il Corsera, l’esponente di FdI è iscritta nel registro degli indagati da oltre otto mesi. Che comunque non significa essere per forza colpevoli, se non secondo un concetto di giustizia travagliesco – ovvero malato.
In ogni caso, l’aspetto davvero grave è un altro. È il fatto che al momento dell’informativa della diretta interessata a Palazzo Madama, mercoledì scorso, la Procura di Milano non le aveva ancora notificato nulla. In compenso, come ricostruisce Adnkronos, ne ha dato notizia ai media proprio in concomitanza con l’audizione senatoriale. L’ex numero uno dell’Anm Luca Palamara non avrebbe probabilmente saputo fare di meglio.
Se l’Italia piange, la Francia non ride
Dopodiché, se l’Italia piange la Francia non ride. Prova ne è l’arresto, una settimana fa, di Christophe Galtier, ormai ex allenatore del Paris Saint-Germain (insieme al figlio adottivo John Valovic-Galtier, nel frattempo rilasciato). Al quale è stata rivolta, come riporta Rai News, la pesantissima accusa di «molestie morali e discriminazioni».
I fatti risalgono alla stagione 2020-2021, quando il Nostro, come specifica la Gazzetta dello Sport, era alla guida del Nizza. E avrebbe detto (il condizionale è d’obbligo) che non era opportuno «avere tanti neri e musulmani in squadra».
Il problema è che di questo commento c’è traccia unicamente in un’e-mail scritta dall’allora direttore sportivo del club Julien Fournier. Vale a dire che non vi è alcuna prova che il tecnico lo abbia proferito, tant’è che lui ha sempre respinto ogni addebito. E anzi, per buona misura in aprile ha sporto denuncia per diffamazione contro il vecchio collega e due giornalisti. La cui parola, però, a quanto pare per le toghe transalpine vale più dei fatti.
Eppure ci sembrava che la presunzione di innocenza fosse ancora uno dei capisaldi della giustizia. Che se la passa davvero male se c’è chi si sente “in diritto” (è il caso di dirlo) di applicarla… per Procura.