“Gli indifferenti”, da Alberto Moravia a Leonardo Guerra Seràgnoli
Leonardo Guerra Seràgnoli nel suo film “Gli indifferenti” ripercorre fedelmente la psicologia dei personaggi delineata da Alberto Moravia
Leonardo Guerra Seràgnoli nel suo film “Gli indifferenti” ripercorre fedelmente la psicologia dei personaggi delineata da Moravia. La modernità del romanzo che allora costrinse un’ intera generazione a riflettere sui limiti della società borghese oggi si ripropone in tutta la sua forza. Gli Ardengo archetipi di figure inette e disfunzionali si calano perfettamente nella realtà di questo secolo ma oggi il regista affida alla giovane Carla la possibilità di un cambiamento.
Chi sono gli Ardengo Di Guerra Seràgnoli?
Mariagrazia Ardengo (Valeria Bruni Tedeschi) rimasta vedova vuole mantenere il suo stile di vita agiato e continua ad abitare con i suoi due figli Michele (Vincenzo Crea) e Carla (Beatrice Grannò) in un lussuoso attico nel quartiere romano dei Parioli. La famiglia è sommersa dai debiti così l’appartamento, unico bene rimasto, diviene il segno tangibile di quel benessere che ora possono solo ostentare. Le vite degli Ardengo sono nelle mani di Leo Merumeci che si finge interessato a Mariagrazia prestandole soldi al solo scopo di potersi impossessare dell’appartamento. Nell’indifferenza generale Leo Merumeci è attratto anche da Carla appena diciottenne.
La ragazza finge di apprezzare le inopportune attenzioni dell’uomo che tutti considerano un benefattore ma ne rimane in realtà molto turbata. Lisa migliore amica di Mariagrazia è perdutamente invaghita di Michele senza essere ricambiata. Cercherà invano di allertare la famiglia sulle vere intenzioni di Leo ma verrà ignorata.
I tentativi dei vari personaggi di cambiare lo situazione producono esiti talmente impercettibili da non infrangere l’ipocrisia che fa da collante a tutte le loro relazioni. Nessuno sa e può esprimere i propri disagi così ogni volta che la verità cerca di affiorare alla coscienza non genera rotture ma solo un lieve turbamento.
Le scosse di terremoto
Dal momento che le parole non vengono ascoltate la natura cerca di ribellarsi all’indifferenza. Le continue scosse sismiche, altra novità proposta dal regista, si impongono come un richiamo alla consapevolezza per infrangere la resistenza dei personaggi.
“Se divento povera poi nessuno mi vorrà più” Con questo sfogo disperato e infantile Mariagrazia mette a nudo se stessa. Le ridicole frustrazioni della madre diventano il progetto di vita dei figli. La madre degli indifferenti dichiara apertamente che pur di mantenere il benessere economico si può scendere a patti con la propria coscienza. In un clima claustrofobico in cui le emozioni implodono e tutto rimane uguale Leo Merumeci potrà sedurre indisturbato Carla fino a compiere una violenza sessuale. La violenza subita verrà tollerata sia da Mariagrazia che da Michele e alla fine da Carla stessa che si sente responsabile delle sorti della famiglia.
L’attualità della condizione di Carla sposta il focus sulle nuove generazioni che spesso non hanno progetti di vita e sono alla ricerca di facili soluzioni. L’indifferenza nei confronti della violenza raggiunge il suo culmine tanto da rendere confusi i ruoli. La vittima diviene eroicamente complice compiendo con questo sacrificio il suo primo passo nella vita adulta.
La possibilità di un cambiamento
Il rischio di perpetuare comportamenti controproducenti come nel caso di Carla che si uniforma all’indifferenza della sua famiglia deriva proprio dall’incapacità di sentire e soprattutto di comunicare i propri stati d’animo. Come scriveva John Bowlby “non esistono informazioni più vitali per la costruzione e la ricostruzione dei modelli operanti del se e degli altri che le informazioni riguardo ciò che ciascuno sente nei confronti dell’altro”.
L’evoluzione di Carla
“Moravia ha lasciato le chiavi della storia in mano a Carla, anche se in modo segreto” dice il regista che rende il finale del film più esplicito di quello del romanzo. Alla fine del film Carla vuole denunciare Leo, e probabilmente lo farà aprendo simbolicamente le porte al cambiamento. L’indifferenza oggi si può combattere e le ragazze come Carla hanno a disposizione strumenti diversi da ieri. Questa è la novità più rilevante nell’opera di Guerra Seràgnoli che fa evolvere i personaggi di Moravia con l’auspicio che un giorno Carla possa denunciare la violenza subita e Michele, come altri adolescenti nella sua stessa condizione, possa finalmente liberarsi dall’indifferenza e cominciare a vivere.
Maria Luisa Felici, storica dell’arte