Gli strani comportamenti degli animali e quelli altrettanto strani degli uomini
Dietro ogni bizzarria comportamentale degli animali si cela una spiegazione logica. Lo stesso non si può dire di taluni atteggiamenti umani
Molte persone affermano di preferire la compagnia di un cane a quella di un essere umano. Taluni ritengono addirittura che il migliore amico dell’uomo sia spesso più intelligente dell’uomo stesso.
Sappiamo cosa noi uomini pensiamo di certi strani comportamenti animali che ai nostri occhi sembrano a volte stravaganti e a volte sgradevoli.
Ma cosa direbbero gli animali di certe nostre abitudini non meno bizzarre?
Il cane, sicuramente animale di compagnia straordinario, affettuoso e fedele all’uomo forse più per riconoscenza e dipendenza che per altro, manifesta alcune abitudini francamente alquanto imbarazzanti. Sarebbe impensabile per noi umani l’idea di andare in giro sodomizzando gli abitanti maschi del quartiere per imporre la nostra supremazia (spesso lo facciamo in altri modi, meno violenti e più vili) o annusando loro le terga a mo’ di saluto .
E’ pur vero che anche noi sapiens abbiamo delle strane abitudini
Non ho mai capito, per esempio, per quale ragione le donne, quando si trovano in intimità tra loro, nella cabina di uno stabilimento balneare o nello spogliatoio di una palestra, abbiano spesso l’abitudine di discutere delle loro tette, mostrandosele e toccandosele a vicenda, esprimendo pareri e consigli. Sarebbe un po’ come se noi maschietti, sotto la doccia dopo una partita di calcetto, ci palpeggiassimo l’un l’altro i testicoli condividendo opinioni e discutendo sulle dimensioni, la consistenza o la tonicità delle reciproche sacche scrotali.
L’inguine di ferro
Dalla Cina arriva in Occidente il “tie dang gong “ (letteralmente “inguine di ferro “, pratica che origina dal Kung Fu) che consiste nel colpire i propri testicoli con mattoni, oggetti di piombo, appendervi pesi fino a 150 kg, il tutto allo scopo di rendere le parti intime dell’uomo più dure e resistenti. Un animale che dovesse osservare una scena del genere cosa penserebbe?
Che dire della Scimmia cappuccina che orina sulle proprie zampe e mani per mostrarsi disponibile all’accoppiamento?
Alcuni primati usano “spidocchiarsi” a vicenda e a noi potrebbe provocare disgusto specialmente a causa del fatto che i parassiti estratti dal pelo vengono poi uccisi a colpi di morsi. Non meno sgradevole di alcuni sapiens che, inconsapevoli di essere osservati, si lanciano in profonde pulizie nasali con l’ausilio delle proprie dita e che terminano spesso nello stesso modo in cui le scimmie annientano i pidocchi.
Il gorilla del giardino zoologico di Roma
Quando ero piccolo, mio papà mi portava spesso a visitare il Giardino Zoologico a Roma e una delle tappe del percorso era la gabbia del gorilla. Io ero piccino e quel gigante , ai miei occhi sembrava King Kong. Tuttavia non era tanto questo a farmi impressione, quanto il fatto che l’enorme scimmione si trastullasse per tutto il tempo, forse un po’ per noia e un po’, pensavo io, per provocare i visitatori, i propri “gioielli di famiglia”. Trovavo quell’atteggiamento divertente ma anche un po’ “sconcio”, come si diceva allora.
Scoprii crescendo che anche i maschi del genere umano, di qualsiasi età, soprattutto alle fermate degli autobus mentre aspettano il mezzo pubblico, si impegnano con particolare dedizione a “riorganizzare” la posizione dei propri organi riproduttivi, con la stessa cura ed energia con cui le mani delle massaie strizzano e allungano l’impasto per le fettuccine.
Comportamenti disgustosi di uomini e animali
Spesso, osservando gli animali, alcuni loro comportamenti ci appaiono disgustosi. Eppure dietro ogni loro apparente bizzarria comportamentale si cela una spiegazione logica. Lo stesso non si può sempre dire di taluni atteggiamenti umani.
Alcune specie di pinguino “sparano ” letteralmente le proprie feci come fossero dei proiettili fino a raggiungere una distanza di un metro e mezzo. In realtà lo fanno per una questione d’igiene, per mantenere il proprio nido pulito. Meno igienica e francamente discutibile è quell’abitudine, propria di certi maschi della specie umana, la cui popolarità nel nostro paese toccò il livello più alto negli anni settanta, che prevedeva il farsi crescere l’unghia del dito mignolo fino a raggiungere lunghezze che sfioravano i cinque centimetri.
Questa esagerata estroflessione ungueale soddisfaceva numerose attività che andavano dalla pulizia dell’orecchio (una specie di cotton fioc biologico), alle ispezioni nasali (con un margine di penetrazione maggiore di un tampone molecolare) fino alla “comodità” di poter infilzare, per poi cibarsene, piccoli pezzi di formaggio o, per i più abili, addirittura spicchi di mela.
Forse dovremmo rivedere il nostro concetto di superiorità della nostra specie sul pianeta e accettare il fatto che siamo solamente dei mammiferi spesso auto-sopravvalutati.
“Nessun animale è volgare, a parte l’uomo”. Pasquale Cacchio, Frantumi, 2010