Governo, il pavido silenzio rosso-giallo davanti agli affronti della Turchia
Erdogan manda una nave a trivellare i giacimenti ciprioti assegnati a Eni: ma il Premier Conte tace, preferendo usare la Marina come taxi dei clandestini
A volte capita che accadano fatti gravissimi di cui però l’opinione pubblica viene sapientemente tenuta all’oscuro: e se un tempo simili condotte venivano giustificate dalla ragion di Stato, oggi, più banalmente, si fa appello a mere ragioni, diciamo, di opportunità.
Così, per esempio, è passato quasi sotto silenzio l’affronto della Turchia, che il 18 gennaio scorso ha mandato la Yavuz, una nave per perforazioni petrolifere, a trivellare un “blocco” a sud di Cipro che è stato dato in concessione a Eni e alla francese Total: con la (risibile) motivazione che l’assegnazione dei lotti sarebbe spettata anche alla fantomatica Repubblica di Cipro del Nord – in realtà inesistente perché riconosciuta solo dal Paese anatolico. Peraltro non è nemmeno la prima provocazione, se si pensa che già nel febbraio 2018 un’unità militare ottomana aveva bloccato un’imbarcazione dell’Eni diretta verso i giacimenti di cui la società fondata da Enrico Mattei aveva – e ha tuttora – l’esclusiva.
Questioni di nazionalismi, dal momento che il Presidente Recep Tayyip Erdogan mira all’indipendenza energetica dalla Russia di Vladimir Putin. Che può anche essere un obiettivo legittimo – ma non a spese di interessi strategici altrui.
«Se la Yavuz avesse provato la stessa mossa nella concessione dell’americana Exxon, si sarebbe mossa la Sesta Flotta» è stato infatti uno dei commenti più gettonati tra gli addetti ai lavori: che hanno impietosamente paragonato la sicura reazione del Presidente Usa Donald Trump a quelle attuate (si fa per dire) dalle Nazioni realmente coinvolte.
Da Oltralpe, per esempio, hanno provato a balbettare qualcosa anche in relazione alle interferenze del Sultano in Libia, ma sono stati zittiti dalla considerazione che il caos nella nostra ex colonia è stato provocato proprio da Parigi. Dalla Ue è arrivata invece una timida diffida, più che altro in ragione delle vibranti proteste di Nicosia.
Silenzio di tomba, invece, dal Governo Conte: il quale, evidentemente preferisce utilizzare la flotta della Marina Militare Italiana come taxi del Mediterraneo a supporto delle ong che lucrano sui clandestini.
Questo, va da sé, solo se non si è in periodo di campagna elettorale, perché l’esecutivo rosso-giallo sa bene come la pensano gli Italiani sull’argomento: non è un caso che, dopo tutte le polemiche sul processo contro il segretario leghista Matteo Salvini, sia stato proprio Giuseppi a tenere per quattro giorni 400 migranti sulla Ocean Viking, per farli sbarcare a Taranto subito dopo che il risultato delle Regionali in Emilia-Romagna e Calabria era stato acquisito.
Un’altra vicenda di cui, probabilmente, nessuno avrebbe saputo niente, se il Capitano non l’avesse portata sotto i riflettori annunciando una denuncia contro l’ex Avvocato del popolo e il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Si chiama realpolitik. O, più propriamente, irrilevanza internazionale. Ahinoi.
Foto dal sito del Governo.