Governo, quale sarà l’esito di questa crisi? Per Conte è solo un arrivederci?
Il Conte bis, questo il retropensiero di una parte del Pd, nascerebbe inevitabilmente sotto l’egida di Matteo Renzi
In Senato è il giorno dei saluti, ma per il presidente del consiglio Giuseppe Conte potrebbe trattarsi di un arrivederci. Curioso destino il suo: un anno fa dopo il primo incarico fu "congelato" a favore del tentativo Cottarelli. E poi "sbrinato" con l'investitura definitiva da parte di M5s e Lega. Un anno dopo, potrebbe salire al Colle per dimettersi ora, ed essere successivamente richiamato in servizio.
Resta da vedere se in chiave nazionale – come premier di una nuova maggioranza – o come candidato italiano alla Commissione europea. Il discorso di oggi al Senato scava un solco incolmabile con la Lega – con o senza Salvini importa poco- e getta un ponte sul lato sinistro dell'emiciclo. "Ineccepibile", dice Matteo Renzi a nome del Pd, a proposito del discorso di Conte.
Di più: l'ex segretario dem si spinge a dire che Pd e M5s potrebbero votare insieme un governo, di cui lui non farà parte, e forse nemmeno Lotti e Boschi. Ma ai M5s Renzi indica l'esempio che viene dalle parole di Conte: "Imparate sempre che dietro l'aggressione personale e l'odio scatenato sui social ci sono le famiglie, non l'avversario politico". L'afflato renziano non trova nel Pd eco unanime. Tutt'altro. Il segretario Nicola Zingaretti che pure apprezza Conte chiede un cambiamento di "fase" rispetto al governo.
Più espliciti ancora Luigi Zanda e Antonio Misiani: "Conte e i M5s non vengono da Marte. Sono corresponsabili dei disastri di questo governo. Nessuno sa quale sarà l'esito di questa crisi. Forse le elezioni, forse un nuovo governo. Persino una riconciliazione tra Lega e 5 Stelle, che un Salvini confuso e disorientato continua a non escludere. Un governicchio stile Gattopardo, messo assieme solo per rinviare le elezioni, sarebbe il regalo più grande per la Lega", dice il responsabile economia dem.
La decisione del Pd arriverà domani in direzione, ma intanto c'è già materia per una divisione in grande stile. Il Conte bis, questo il retropensiero di una parte del Pd, nascerebbe inevitabilmente sotto l'egida renziana. E non tanto perché tra Renzi e Conte, prof. all'ateneo di Firenze, la frequentazione è di lunga data, come rivela una circostanza rivelata dallo stesso Renzi e cioè che Conte gli scriveva sms di incoraggiamento quando era Renzi a sedere a Palazzo Chigi.
I dubbi sono di natura politica, e li ha in parte esternati lo stesso Salvini quando ha parlato di "una tresca" in corso da tempo, almeno fin dall'accordo sull'elezione di Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione. La maggioranza Dem vede con netta contrarietà la possibile nascita, nelle more di un Conte bis, di una formazione politica che avrebbe le prime linee nelle maggioranze renziane dei gruppi Pd in Parlamento.
Non a caso – fanno notare- per Conte i Cinque stelle accetterebbero anche l'indicazione alla Commissione europea. In realtà dal fronte pentastellato non arrivano preclusioni. La materia è ufficialmente affidata a un'assemblea che potrebbe essere convocata domani. Per i pentastellati la riapertura del 'forno' con il Pd deve avvenire all'insegna di "un contratto della lealtà" le cui basi sono state esposte oggi dallo stesso Conte.
Ma alla maggioranza dem non basta. Il Pd vuole una netta discontinuità con il governo Conte anche e soprattutto nei programmi. Oltre che nei nomi e nell'orizzonte temporale. Più apprezzato di Conte sarebbe da questo punto di vista Raffaele Cantone – spiegano fonti parlamentari- e anche Roberto Fico, la cui candidatura avrebbe il pregio di segnalare nettamente il passaggio da una fase all'altra. (Rai/ Dire)