Grande Roma: vittoria 4 – 2, ma in finale ci va il Liverpool
Grande prova degli uomini di Di Francesco che arrivano ad un passo dal miracolo. Alla Roma manca un rigore
Esce tra gli applausi. Esce a testa altissima la Roma, al termine di una partita generosa e tutto cuore è eliminata in semifinale di Champions, mentre il Liverpool stacca il pass per la finale di Kiev, in programma per il 26 maggio contro l'onnipresente Real Madrid. Finisce 4-2 per la Roma, tra molti rimpianti (e qualche grave errore arbitrale) e dopo il 5-2 dell'andata, la fantastica cavalcata della squadra di Di Francesco si ferma quì.
Parte fortissimo la Roma, spinta dall'energia di uno straripante Stadio Olimpico, ma al 9' è il solito Mané a sbloccare il risultato sfruttando una follia del “Ninja” Nainggolan, che aziona il 3 contro 2 dei Reds con un retropassaggio sciagurato. I giallorossi trovano subito la forza per reagire e pareggiano al quarto d'ora grazie a un rocambolesco autogol di Milner.
L'equilibrio dura poco, perché dopo dieci minuti la Roma fa un altro regalo agli inglesi: Dzeko serve a Wijnaldum il più comodo degli assist per l’incornata dell'1 – 2 sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Nella ripresa la Roma entra in campo feroce. Arriva subito il 2 – 2 di Dzeko. Al minuto 52' si sveglia all'improvviso il bosniaco, che firma il quinto centro nelle ultime cinque partite di Champions: destro di El Shaarawy, Karius respinge, Edin controlla e scaraventa in rete. Boato dell’Olimpico, Di Francesco ci crede e mette subito dentro Under per Pellegrini. La Roma spinge e sfiora almeno in un paio di occasioni il gol del 3-2.
Ai giallorossi manca anche un rigore (mani netto di Alexander-Arnold su tiro di El Shaarawy). Il Liverpool rallenta il ritmo, gestisce il possesso palla ed arriva anche alla conclusione con Firmino, ma è bravo Alisson a dire di no.
Nel finale la fiammata d'orgoglio: Nainggolan prima insacca il bolide del 3-2 e poi al 93' firma il poker su rigore.
Non c'è più tempo però, finisce 4-2. La Roma è eliminata a un passo dalla rimonta che avrebbe significato andare ai supplementari. Il rammarico è tanto, ma la crescita della Roma, in campo europeo, inizia da qui
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