Green, ora la Ue dichiara guerra pure alle bustine di zucchero
Col “riuso” preteso da Bruxelles al posto del riciclo, a rischio pure mini-flaconi e buste per l’insalata: il Governo protesta, ma è inutile se non rinnega i teoremi affermazionisti
Neanche il tempo di esultare per l’(auto)affossamento della Direttiva sulle case green, ché l’Europa ha già confezionato (è il caso di dirlo) un’altra eco-follia. Trattasi del Packaging & Packaging Waste Regulation (PPWR), ovvero del nuovo regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Un ennesimo provvedimento che titilla il peggior ambientalismo ideologico e ideologizzato, senza tenere in alcun conto i danni finanziari che produrrebbe.
Ennesima eco-follia green
Dopo le abitazioni e le auto, quindi, Bruxelles ha individuato, come riferisce Il Sole 24 Ore, nuovi “nemici” da sacrificare sull’altare del moloch green. Bustine di zucchero, monoporzioni di ketchup e maionese, buste dell’insalata, reti delle arance, cestini per i pomodorini, flaconcini di shampoo in uso negli alberghi.
Tutti questi prodotti, rileva La Repubblica, potrebbero essere messi al bando dal 2028, mentre dal 2030 il 20% delle bottiglie e delle lattine dovrebbe essere riutilizzabile. E i consumatori di bevande e cibi da asporto dovrebbero abituarsi a portare con sé borracce e contenitori da lavare e adoperare più volte.
Questo, almeno, è quanto prevede una norma varata dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento. Una norma che, come riporta Sky TG24, imporrebbe di puntare sul riuso degli involucri a spese del recupero. E a detrimento dell’Italia, visto che, come ha sottolineato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, «siamo secondi al mondo per riciclo dei rifiuti industriali. Sono miliardi di investimenti all’anno che vengono cancellati con un tratto di penna».
La misura dovrà comunque essere votata dalla Plenaria tra il 20 e il 23 novembre, dopodiché inizierebbero i negoziati col Consiglio Ue. Facile dunque che, come avvenuto per l’efficientamento energetico degli edifici, non ci saranno i tempi tecnici per arrivare a dama, essendo a pochi mesi dalle Europee 2024.
Il Governo rinneghi i teoremi dell’ambientalismo
Resta però il fatto che «si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio». Come ha protestato il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, aggiungendo che «continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni» della filiera nostrana.
Lodevolissima iniziativa, se non fosse che il Governo del Premier Giorgia Meloni si sveglia “solo” quando vengono messi a rischio gli interessi del Belpaese. Che naturalmente va benissimo, ma non tocca il cuore del problema – rappresentato, come già spiegavamo, dalla genuflessione a quell’eco-catastrofismo che ritiene l’uomo responsabile del cambiamento climatico. Il che, come hanno più volte argomentato autorevolissimi scienziati, è semplicemente una congettura indimostrata.
Se dunque il centrodestra non si deciderà a rinnegare i teoremi affermazionisti, ogni eventuale successo non sarà che una vittoria di Pirro. Salvare la capra dell’economia e insieme il cavolo dei feticci verdi, con buona pace di greenculotti e affini, non è proprio possibile.