Green pass a lavoro, alcune aziende pagheranno i tamponi: ecco quali
Alcune aziende pagheranno i tamponi ai propri dipendenti per fare in modo che questi abbiano il Green pass a disposizione per poter lavorare
Da domani 15 ottobre scatterà l’obbligo di possesso del Green pass sul posto di lavoro. Questa situazione ha creato alcune rivolte nei giorni passati e rischia di generare ulteriore caos dal momento della messa in pratica. Al centro della questione, ovviamente, ci sono i non vaccinati: per assicurarsi la presenza sul lavoro è necessario che il Green pass venga generato con i tamponi. In quest’ultimo caso, però, la validità è di due giorni con i rapidi e tre con i molecolari.
La soluzione di alcune aziende
Per scongiurare eventuali problemi di discontinuità lavorativa, oltre che agevolare la presenza di tutto il corpo di lavoro, alcune aziende hanno deciso di prendere in mano la situazione pagando il tampone rapido ai propri dipendenti: alcune lo faranno per un mese ed altre fino al termine dell’anno. Il costo del tampone rapido è di 15 euro per i maggiorenni. Da escludere chi non può vaccinarsi per questioni di salute, a cui il tampone è gratuito.
Quali aziende pagheranno il tampone ai propri dipendenti?
Sono diverse le aziende che pagheranno i tamponi col fine di garantire la produttività. La prima ad aver annunciato ciò è stata Natura Sì. La catena di supermercati biologici è nata nel 1985 e ad oggi conta dei punti vendita in tutta Italia con il motto: “Il nostro impegno oltre il biologico certificato“. Il presidente Fabio Brescianin, con una lettera indirizzata ai suoi dipendenti, ha annunciato il pagamento di sostegno per i tamponi rapidi che permetteranno a tutti i non vaccinati di presentarsi a lavoro con regolarità.
A seguire l’ex Ilva ha annunciato il pagamento dei tamponi ai propri dipendenti non vaccinati. La fabbrica ha, inoltre, disegnato l’organizzazione complessiva: sarà possibile prenotare il tampone in una farmacia di Taranto e ci saranno due ingressi, uno per i vaccinati ed uno per chi deve sottoporsi al tampone per avere il Green pass.
Altre due comunicazioni di questo tipo sono arrivate da Piquadro e Sailmaker. La prima è un’azienda che produce oggetti in pelle mentre la seconda tessili per vario utilizzo. In entrambi i casi la ragione è quella della continuità nella produzione e nel lavoro. La validità è fino al 31 dicembre, data momentanea della fine dello stato d’emergenza.
Aziende metalmeccaniche e chi dice no al pagamento del tampone
Infine gran parte delle aziende metalmeccaniche si è unita a questa scia assicurando il pagamento dei tamponi a favore del Green pass e della presenza di tutti i lavoratori. Tra queste anche la Ducati e la Toyota.
Altre aziende, invece, hanno deciso di non effettuare questo pagamento a favore dei propri dipendenti. Tra queste anche Kiko Milano, spinta dalle parole dell’ad Cristina Scocchia: “Chi decide di non vaccinarsi deve pagare le spese di questa decisione”.