Green pass, il Governo allenta la morsa, le Regioni vogliono di più
Niente certificato per alimentari, farmacie, centri commerciali, ma anche benzinai, ottici e chioschi all’aperto. Intanto gli enti locali chiedono di azzerare il sistema dei colori
Il Governo si appresta a varare il nuovo Dpcm con la lista dei negozi in cui si potrà accedere senza (Super) Green pass. Un elenco limitato, eppure più ampio rispetto a quello inizialmente stilato dall’esecutivo del Premier Mario Draghi. Su cui intanto continua il pressing degli enti locali, decisi a mandare definitivamente in soffitta il criterio della divisione clinico-cromatica dell’Italia.
Senza (Super) Green pass
«Tutte le regole che oggi stiamo mettendo in campo – in un tempo relativamente breve – dovranno e potranno essere modificate per allentare la presa». Lo ha affermato a Radio Anch’io il sottosegretario alla Sanità Pierpaolo Sileri, che ha anche fornito delle anticipazioni sui nuovi provvedimenti anti-coronavirus.
«È stata stilata una lista» di esercizi in cui, a partire dal 1° febbraio, «non sarà richiesto» il certificato verde base e/o rafforzato. Come d’altronde prevedeva il Dl Covid del 7 gennaio, che tra l’altro ha imposto l’obbligo vaccinale e di Super Green pass sul lavoro agli over 50.
Tale lista, come spiega TGCom24, include innanzitutto le attività essenziali, come gli alimentari, le farmacie e le parafarmacie. Ma, dopo una riunione tecnica a Palazzo Chigi, è stata estesa a ottici, benzinai, chioschi all’aperto, centri commerciali (limitatamente ai supermercati) ed empori per animali.
Secondo Sileri, il “merito” è paradossalmente ascrivibile alla variante Omicron. Che «corre di più ma sembra meno grave in una popolazione vaccinata, con un picco che abbiamo verosimilmente raggiunto e che comincerà a decrescere».
Da qui il primo, parziale alleggerimento delle restrizioni. Che comunque, secondo le Regioni, non è ancora abbastanza.
Le richieste delle Regioni
«Il sistema dei colori di fatto è superato dalla realtà». È il giudizio tranchant di Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia-Romagna, che come riferisce Il Sole 24 Ore si è fatto portavoce delle istanze dei territori. I quali, come riporta l’ANSA, puntano anzitutto ad alzare la capienza del trasporto pubblico locale all’80% (dall’attuale 50%) e a rivedere le norme sulle quarantene. Per esempio, sostituendo con l’auto-sorveglianza l’isolamento per i positivi asintomatici che hanno ricevuto la dose booster. O anche annullando il vincolo del test alla fine dei cinque giorni di auto-sorveglianza per quanti hanno avuto un contatto stretto con un positivo.
A sorpresa, si è mostrato possibilista perfino il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza. Che ai microfoni di Controcorrente ha annunciato un imminente «confronto con le Regioni, con l’apertura di un tavolo sulle questioni da loro proposte».
Incluso quello che è il vero obiettivo a medio-lungo termine, ovvero azzerare completamente la ripartizione nelle ormai classiche quattro tinte. Una richiesta che vede d’accordo anche Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Che, intervistato a Che tempo che fa, ha specificato che «il sistema di colorazione delle Regioni» era stato elaborato «in un’epoca diversa. Che si possa arrivare a una riconsiderazione è nella logica delle cose».
Una disponibilità nient’affatto scontata, che fa pensare che si possano davvero eliminare le fasce rosse, arancioni, gialle e bianche, magari in favore di un monocolore verde. Verde Speranza, ça va sans dire.