Guerra in Ucraina e il Lupo Nero: l’insegnamento dei Nativi d’America
La guerra in Ucraina ci riporta a un insopportabile dejà-vu: l’insegnamento dei Nativi d’America e la loro saggezza senza tempo
La guerra in Ucraina ha scosso gli animi e ha fatto riaffiorare un dolore immenso provato dai nostri vecchi vissuti durante la seconda guerra mondiale.
La guerra in Ucraina: un orribile dejà-vu
Le facce disarmanti degli anziani davanti alla televisione, con le lacrime agli occhi, mentre scuotono il capo e rinnegano ogni forma di violenza. Loro non immaginavano di dover rivivere in tarda età l’incubo della guerra e la pandemia d’inizio secolo; ebbene negli anni venti del duemila tutto ciò si ripete; ma sarà difficile per i nostri cari riuscire a sopportare questo dejà-vu.
Gli anziani e i giovani ci chiedono perché si fa di nuovo la guerra. A cosa porta un conflitto armato? Si fa la guerra perché gli Stati non hanno raggiunto la pace universale, ovvero il rispetto dell’altro e del suo territorio, della sua cultura, delle sue origini e la sconfitta dell’odio, piuttosto alcuni capi di stato mantengono la visione dell’altro come obiettivo da attaccare, una visione paranoica del nemico e l’uso della propaganda che mira al delirio collettivo.
Il genere umano è sempre pronto a combattere, a difendersi, aggredire e a raggiungere un compromesso fino alla tanto auspicata dichiarazione finale di pace. Come può un popolo pacifico reagire a un attacco nemico? La maggior parte degli uomini invoca la pace, il dialogo, la collaborazione, il rispetto delle diversità, l’amore per il prossimo. Non si è mai pronti alla guerra eppure se veniamo attaccati siamo in grado di reagire.
Guerra in Ucraina: il Lupo Nero e il Lupo Bianco
Dentro di noi albergano due stati dell’essere che potremmo definire “il lupo bianco e il lupo nero” riprendendo una vecchia storia degli indiani d’America. Il vecchio capo villaggio vuole insegnare al piccolo nipote il senso della vita. “Figlio mio, nella mente e nel cuore di ogni essere umano si combatte una lotta continua. E’ come se ci fossero due grandi lupi che vivono dentro di noi; il lupo bianco è buono, tranquillo e vive in armonia con gli altri; combatte solo se deve proteggere la famiglia; e poi c’è il lupo nero che è infuriato, geloso, prova rabbia e odio e litiga con chiunque.”.
Il giovane chiese: quale dei due lupi vincerà? Il nonno rispose che vinceranno entrambi. Entrambi andranno nutriti. Se l’uomo nutre di più il lupo bianco sarà sereno e starà in pace con gli altri; dovrà però nutrire anche il lupo nero perché in tempi di guerra, questo gli permetterà di avere la forza per combattere. Conclude il vecchio saggio: “La pace figliolo è il fine ultimo della vita, chi ha la pace interiore ha tutto”.
Da Nevrosi di guerra a Disturbo post-traumatico da stress
La guerra va sempre ripudiata perché non solo causa morte e distruzione ma se ne pagano le conseguenze per molti anni. Coloro che sopravvivono sono spesso affetti da nevrosi di guerra come rifugio dal trauma da stress. I sopravvissuti alle guerre mantenevano per molti anni uno stato di angoscia e molti di loro venivano ricoverati in manicomio e definiti “scemi di guerra”.
Nel 1980 il DSM III sostituì il termine nevrosi di guerra con “disturbo post traumatico da stress” per tutti i sintomi riconducibili a forti esperienze di stress fisico e psichico. Crisi di panico, tremore, tachicardia, disturbi del sonno, dell’alimentazione, depressione e ansia sono tra i più frequenti. Una guerra, anche se breve, porta inevitabilmente a un disordine psichico nella popolazione che avrà bisogno di molto tempo per ristabilire equilibrio, così come dopo un terremoto o una pandemia, tutti fenomeni che cristallizzano l’essere umano al momento del vissuto traumatico; il percorso di guarigione non sarà semplice e necessita di sostegno per tornare all’equilibrio psicologico desiderato.