È guerra tra Marino e i dipendenti, il 6 Giugno lo sciopero
Non si placano le polemiche e Roma si blocca
5 domande rivolte a Marino e a tutti i componenti della sua amministrazione. Quali sono i motivi che vi hanno spinto in un momento di grande tensione a nominare un altro capo di gabinetto con conseguente aumento dei costi per l'amministrazione? Perché regna un assordante silenzio su tutto ciò che ha rilevato il MEF al di fuori della personale capitolino? Dove sono finiti i progetti sul decentramento amministrativo annunciati a novembre scorso che inevitabilmente avrebbero dei riflessi sulla contrattazione integrativa? La valutazione del merito, la valorizzazione del personale, è stata cancellata ex post dal vostro programma elettorale? Ed infine, che fine ha fatto la promessa partecipazione e l'ascolto sulle scelte strategiche per cambiare i servizi?
Le domande portano la firma di CGIL, CISL, UIL e saranno la colonna portante della manifestazione del 6 Giugno, quando i dipendenti capitolini, dopo un mese, torneranno in piazza, per protestare contro le decisioni della Giunta Marino che, una volta rimandato il problema del salario accessorio a Luglio, dopo il mancato decreto da parte del Governo – problema poi risolto, o meglio, procrastinato, con la Circolare Interministeriale firmata da Padoan, Lanzetta e Madia – ha però imposto, entro la stessa data, di rivedere la macchina amministrativa capitolina e i contratti decentrati.
“In queste ore l'amministrazione Marino e continua a chiedere a Cgil Fp Cisl Fp Uil Fpl di ritirare lo sciopero ripetendo come un mantra che i problemi sono superati – si legge in un comunicato delle tre sigle sindacali – Apprezziamo in particolare l'ottimismo del vice sindaco Nieri ma purtroppo siamo costretti invece a dover registrare ancora una volta che viviamo forse in due realtà diverse”.
Secondo CGIL, CISL e UIL, “se veramente si vuole cambiare il ‘clima’ ”, l’amministrazione deve ritirare “la delibera che pone il termine del 31 luglio per il rinnovo del contratto e che prevede il conguaglio delle somme del salario accessorio erogate e faccia una delibera in cui tuteli veramente i salari dei propri dipendenti”. Dal momento che “nessuno ha posto questo vincolo all'amministrazione”, si evince che “questa scelta è semplicemente un accanimento nei confronti dei salari già bassi dei dipendenti”.
Il segnale di cambiamento, secondo i sindacati, lo si dà solo ammettendo di aver “sbagliato sui compensi dei nominati dalla politica” e di conseguenza fissando “il tetto massimo per tutte le retribuzioni di chi è scelto dalla politica usando come parametro la retribuzione del sindaco”.
E ancora: “Se veramente si vogliono migliorare i servizi ai cittadini, si apra un tavolo per fare una vera lotta agli sprechi e alle illegalità”; “se veramente si vogliono fornire servizi degni di una Capitale, si faccia una battaglia al tavolo interministeriale per il riconoscimento della specificità della Capitale in termini di possibilità di assunzioni e di organizzazione del lavoro; “se veramente si vogliono rispettare i diritti dei lavoratori, l'amministrazione ritiri gli atti unilaterali emanati che cambiano le condizioni economiche e organizzative nelle varie articolazioni della macchina capitolina e si apra una vera fase di confronto a tutti i livelli”.