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Guerra ucraina, con la Z o contro la Russia: “storia” di un simbolo divenuto marchio d’infamia

La lettera Z, da simbolo di supporto per l’esercito russo, è diventata ora un marchio per individuare i “traditori della patria”

Bandiera Russa

Bandiera Russa

Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, sulle fiancate dei carri armati russi ha iniziato ad apparire la lettera Z. Il significato originario non è ancora noto con certezza, ma dall’invasione dei soldati di Putin nel Donbass, presto è diventata il simbolo dell’operazione militare speciale.

Bandiera Russia
Bandiera Russia

Come riportato anche dal Corriere della Sera, però, ora la faccenda è cambiata. I media statali hanno trasformato la lettera, assente nell’alfabeto cirillico, in segno del supporto della popolazione al suo esercito. E nel Paese chi la esibisce dimostra di stare con la Russia.

Z: da simbolo di supporto all’esercito russo a marchio d’infamia

Non solo cittadini comuni, anche alcune figure religiose hanno iniziato a “familiarizzare” con la Z. Un prete ortodosso, come mostrato da una galleria fotografica pubblicata dal Moscow Times, addirittura ha ricreato la lettera con del nastro adesivo sulla sua auto, accarezzandola anche. Non solo, anche i pazienti di un ospedale per bambini di Kazan hanno formato una Z nel cortile. E ancora, un deputato della Duma l’ha esibita nel bavero della giacca.

Vladimir
Vladimir Putin

Come anticipato, però, la faccenda ora ha cambiato binari. Da appoggio ai soldati russi, ora la lettera Z è diventata un marchio per individuare i traditori della Patria, nominati da Vladimir Putin in uno degli ultimi discorsi sui “moscerini” filo occidentali, i quali ripudiano l’operazione militare speciale e “ovviamente” la loro patria.

Gli episodi di Ivanov e Venediktov, vittime della delazione

Dalle parole si è anche passato ai fatti. A subirli sono stati molti attivisti di Mosca e San Pietroburgo, che hanno trovato la lettera, spesso insieme alla scritta “traditore”, sulla propria porta di casa. Tra di loro Dmitrij Ivanov, celebre già in passato per aver protestato contro le fans zone costruite durante i Mondiali russi del 2018 nei pressi del dormitorio della sua università. Sulla porta di Ivanov ce n’erano tre, tutte dipinte di rosso.

A subire un attacco del genere anche Alexei Venediktov, editore di Echo radio, la prima emittente chiusa da quando è iniziata l’invasione in Ucraina. Venediktov, però, non ha trovato solo il messaggio simbolico, perché sul pianerottolo della propria abitazione ha trovato una testa di maiale, e delle scritte antisemite. Poco dopo, l’editore ha scritto su Telegram: “Quando si invita in modo implicito alla delazione, queste sono le conseguenze”. Conseguenze che in Russia prendono brutalmente sempre più piede.