Guerri alla Cultura? Lanna: “E’ tra i più intelligenti”. Sgarbi: “Profilo aperto alle modernità”.
Il parere di Luciano Lanna e di Vittorio Sgarbi sulla figura di Giordano Bruno Guerri, candidato per il Ministero della Cultura
E’ il profilo favorito per ricoprire la carica di Ministro della Cultura. Giornalista, scrittore e storico, direttore del Vittoriale degli Italiani. Parliamo di Giordano Bruno Guerri, al momento il maggiore indiziato a ricoprire la nomina di ministro della cultura, nel governo Meloni.
Nato a Monticiano in provincia di Siena nel 1950, anticlericale, favorevole a eutanasia e matrimoni omosessuali, Guerri è stato “assessore al dissolvimento dell’ovvio” in un comune del Catanzarese.
Il parere di Luciano Lanna
Abbiamo chiesto a Luciano Lanna, giornalista e direttore responsabile della rivista “Il pensiero storico” ed ex vicedirettore nel 2003 del quotidiano “L’indipendente”, proprio nell’anno in cui il giornale era diretto da Guerri, un pensiero sul probabile nuovo ministro della cultura. “E’ tra le persone più intelligenti che conosca” – ha detto Lanna ai nostri microfoni – “lavoravo con lui mentre dirigeva “L’indipendente“. E’ una persona libera con grandi capacità, che già sta mostrando alla direzione del vittoriale“.
Il pensiero di Vittorio Sgarbi
Abbiamo chiesto a Vittorio Sgarbi se questo per lui può essere il nome giusto per ricoprire la carica.
“Non so se è il nome giusto, forse sì” – ha detto Vittorio Sgarbi – “il Ministero della Cultura è una nomina fiduciaria, alla quale affidare l’ideologia del partito di Giorgia Meloni. Io personalmente non sono un uomo di destra che può rappresentarlo. Mi sono candidato per il patrimonio artistico, ma la Meloni deve trovare un nome che rappresenti un ambito di pensiero importante. Guerri è probabilmente più adatto per il Ministero della Cultura, come visione dell’orientamento culturale“.
Professore, lei invece?
“Come le dicevo mi sono candidato per i beni culturali che, lo ricordo, non sono incompatibili con la cultura. I primi non hanno bisogno dei secondi”.
Guerri può colmare la forte necessità di innovazione che c’è nel nostro Paese?
“Io lo avevo inserito nel mio comitato scientifico, lavorava per me. Immagino di sì. Immagino che nella visione di un uomo di cultura ci sia un’apertura alla modernità“.
Una visione liquida
La figura di Giordano Bruno Guerri è in effetti distaccata al momento dalla maggioranza. Una distanza che si contrappone attraverso una una visione liquida, che in maniera non omogenea si diffonde ovunque, in modo confusionario. Guerri considera le tre storiche correnti della destra, post fascista, liberale e conservatrice, non in grado di conquistare le nuove generazioni, avvertendo la necessità di proteggere beni culturali e tradizione, proiettando questo Paese verso il futuro.
Questo, soprattutto in virtù di un’opinione marcata in relazione ad alcuni temi identitari. “Io da presunto, e sottolineo presunto, uomo di destra sono favorevole all’eutanasia, ai matrimoni gay, all’accoglienza2 – aveva detto qualche tempo fa, all’agenzia di stampa Agi – “Mi vergogno a essere identificato con una schiera di bacchettoni o polverosi reazionari“.