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Ha ragione il Papa: i cani non sono figli, umanizzarli li ferisce

Vale la pena riprendere le parole del Papa su cani e figli, umanizzarli significa ferire il loro istinto animale, ci avete pensato?

Cane di razza Carlino

In Italia sono più di 13 milioni i cani registrati. Mezzo milione a Roma. Molti li trattano da umani. È il modo peggiore volergli bene. Al cane piacciono le schifezze: odorare il sedere, mangiare le feci, rotolarsi nelle cacche. Se deve vivere in un appartamento sarà un compromesso contro la sua natura.

Analizzando questi numeri torna alla mente il tanto criticato discorso di Papa Francesco sulla genitorialità: “Oggi la gente non vuole avere figli, almeno uno. E tante coppie non vogliono. Ma hanno due cani, due gatti. Sì, cani e gatti occupano il posto dei figli”.

Cani e figli: i numeri dell’anagrafe canina

A Roma le anagrafi canine stimano la presenza di almeno 190.000 cani registrati ma si pensa che ve ne siano almeno altri 280.000 non registrati. Per cui dovrebbero essere circa 468.000 i cani presenti nella Capitale. Per fare un confronto considerate che a Milano si conta un cane ogni 11 abitanti, per cui dovrebbero essere circa 120.000 quelli registrati. A Napoli, città più gattara (80.000 tra liberi e registrati), di cani se ne contano poco più di 30.000 registrati. A Firenze ce ne sono 33.000.

Il paese che ha più cani sono gli Stati Uniti, 83 milioni, mentre in Italia se ne contano tra i 20 e i 30 milioni, di cui 13,2 milioni iscritti nelle anagrafi degli animali. Circa un milione sono i gatti registrati. (Dati Organizzazione Internazionale protezione animali – 2022)

Il microchip uno strumento contro l’abbandono

L’Oipa da tempo chiede che per gatti e altri animali domestici sia introdotto l’obbligo di microchippatura, efficace strumento per combattere il randagismo, come già sussiste per i cani. 

L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, sia per riportare in famiglia animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e altri animali” sostiene il presidente dell’Oipa,  Massimo Comparotto.

In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (legge n.282/91) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, e questo è un chiaro ostacolo all’abbandono di un cane adottato da un canile. Perché non introdurre l’obbligo anche per gli altri animali d’affezione?”.

Chi tratta i cani come figli, non rispetta la loro natura

L’amore che certi proprietari di cani manifestano con le coccole, le apprensioni, le cure e le attenzioni esasperate per il loro amico, sono assurde. So che molti di loro mi criticheranno ma io non sopporto trattare gli animali come fossero figli, spesso quelli che non si hanno.

Ho avuto cani e gatti per tutta la mia vita, fin da bambino. Mio padre e tutti i miei nonni e zii erano cacciatori, quando ancora la caccia era uno sport e aveva un senso perché la selvaggina era abbondante e non si uccideva senza portare rispetto all’animale.

Mio padre sapeva tutto del comportamento dei fagiani, dei germani, delle beccacce, delle allodole. Ogni caccia era diversa, cambiavano gli ambienti, l’abbigliamento, le strategie. Non si riduceva tutto nello sparare, era l’ultima cosa e tante volte sono tornato a casa con lui senza aver sparato un colpo ma felice per la giornata passata all’aria aperta, nel bosco o nella palude imparando.

I gatti poi, sono la mia passione. Mi piace la loro indipendenza. Soprattutto perché non li puoi condizionare oltre un certo limite. Mi intendo molto con loro. Ne ho avuto tanti, la prima gattina era una siamese, è stata con me fino all’età di 17 anni, quando sono partito per il militare.

Da tempo ho rinunciato alla caccia, almeno dal 1970. Vi dico questo perché sappiate che adoro gli animali, tutti ma per me restano cani, gatti, cavalli, cinghiali, gabbiani, tori, delfini, tonni e lupi; non potranno mai essere umani.

Ognuno distinto, ogni specie con le sue caratteristiche da apprezzare e da capire. Capire gli animali è fondamentale per trattarli secondo la loro natura. Un cane (animale da branco) vorrebbe sempre stare con il suo padrone. Se non lo puoi portare spesso con te meglio non prenderlo.

Il gatto vuole essere il re della casa. È individualista ma socievole. Se lo prendi devi sapere che lui è il padrone e tu sei l’ospite, sei suo. Non gliene importa se te ne vai tutto il giorno ma quando torni sarà contento e ti farà le fusa. Poi c’è differenza anche in base alla razza. Ma qui entriamo troppo nello specifico.

Atteggiamenti sbagliati di chi “ama” i cani

Non mi piacciono quelli che si fanno leccare, specialmente in faccia, peggio ancora sulla bocca. Cani e gatti hanno nel palato germi che possono passare benissimo all’uomo. Non sopporto chi veste i cani pensando che abbiamo freddo. Guardate i documentari sugli husky e come trattano i cani da slitta alle Isole Svalbard.

Purtroppo i cani perdono i peli. Fatevene una ragione. Spazzerete più spesso. Ma non mettetegli la tutina. Non smetterà di perdere il pelo e non si sentirà a suo agio. Lo costringiamo a indossare un abito giorno e notte, ne intralciamo i movimenti, limitiamo l’emissione di odori e impediamo comportamenti naturali come grattarsi e prendersi cura della pelliccia.

La pelle non traspira e oltre tutto gli infliggiamo un’umiliazione inutile. Se non siamo in grado di sopportare che sia un cane, che perda i peli e che si sappia autoregolare con la temperatura, meglio rinunciare agli animali domestici. Non è obbligatorio. 

C’è chi pretende che si comportino come noi

Recentemente su Facebook ho letto di amiche che mettono le scarpine al cane perché non si scotti sull’asfalto infuocato d’estate. Queste sono le cose che mi fanno cascare le braccia. Penso che l’affetto per un cane o un gatto possa davvero far deviare la mente a tante persone.

Si umanizza l’animale, si trasferiscono su di lui le nostre apprensioni, le nostre paure e preoccupazioni. Certo d’estate a mezzogiorno l’asfalto scotta. State sicuri che il cane, se deve scegliere, non ci camminerà sopra. Preferirà sempre l’ombra.

Il problema è che ce lo volete portare sull’asfalto. Basta evitarlo, non mettergli le scarpe. Così facendo si umilia il cane. Lo si tratta come un bambolotto. Lui accetta perché si sente parte del branco e obbedisce sempre al suo capo. Ma se vi distraete un attimo si morderà le scarpe e il cappotto e lo ridurrà in mille pezzi. Sempre che abbia conservato intatta la sua personalità di cane.

Quelle schifezze che tanto piacciono ai cani e non ai figli (si spera!)

Al contrario di come pensiamo noi, i cani amano lo schifo. Fatevene una ragione. La loro origine selvatica non l’ha abbandonati. Come noi abbiamo l’amigdala che ci fa reagire istintivamente di fronte a un pericolo, così loro subiscono il richiamo della foresta.

Rimangono animali, per fortuna! I cani sono addomesticati da solo 33mila anni e nel loro DNA ci sono i comportamenti di altri canidi, come il lupo e lo sciacallo. In questo articolo vorrei parlare dei cani per quello che sono e non per quello che molti amici e conoscenti pretendono che siano.

I cani hanno imparato presto che stare con l’uomo conviene, si fa meno fatica e si mangia tutti i giorni. Si sta protetti. Si riceve affetto anche se meno di quanto loro ne danno a noi. Tuttavia al cane non fa schifo quasi nulla, non gli avanzi del pasto degli umani e neanche le loro feci. Chi ha avuto cuccioli avrà vissuto suo malgrado questa esperienza. Se non glielo impedirete il cane mangerà le feci che troverà.

Abbiamo selezionato le razze per vivere in appartamenti asettici

Dunia Rahwan, un’educatrice cinofila nel suo blog lo spiega molto bene: “I cani mangiano le feci umane, di erbivori e di gatto perché sono buone (!!) e nutrienti, ed è un comportamento fortemente istintivo. Inoltre, amano strusciarsi su cacche e carogne, un altro comportamento atavico da predatore che indossa l’abito puzzolente per nascondersi all’olfatto della preda e colpirla di sorpresa. Adesso che i cani mangiano le crocchette e gli stick per l’igiene orale ci piacerebbe che la smettessero, ma per loro una strusciata di schiena in una cacca di cavallo e una scorpacciata di feci umane sono pura libidine. Lo so, fa schifo anche a me, inorridisco, ma almeno sappiamo che i cani hanno gusti stomachevoli per una ragione. Gli odori che piacciono a noi danno fastidio ai cani e viceversa, ma loro non vivono in un immacolato appartamento cittadino per scelta, quindi dovremmo quantomeno scendere a compromessi.” 

Costringerli a vivere in appartamenti asettici in città, è una grave tortura per la loro indole. Così l’uomo ha selezionato delle razze apposite, i barboncini, i chihuahua, i carlini, i volpini, che possono passare la giornata sul divano o sulle gambe della padrona.

A pensarci mi fa orrore che siamo stati capaci di fare loro tutto questo, contro una natura selvaggia che comunque anche il volpino non dimentica e quando può uscire e trova una pozzanghera ci si tuffa dentro, prima che la padrona inorridisca e lo trascini dal coiffeur dei cani, per un bagno profumato. Per me questi padroni sono dei perversi, sull’orlo di una nevrosi che, per nostra e loro fortuna, si ferma allo sfogo sul loro amico peloso.

Non resiste al richiamo dell’istinto e non sarà un bel vedere

Dobbiamo sapere che il nostro cane, anche quando sia sviluppato, oltre l’anno e mezzo d’età, resta sempre, per il tempo a venire, un adolescente, un ragazzo cui piace giocare con noi o con altri suoi simili, finché ne avrà la forza.

Se è maschio avrà un’unica fissazione, la ricerca di una cagna con cui accoppiarsi. Lui non sa perché ma sente che lo deve fare. Non cerca un amore, una fidanzata, una moglie. Segue un istinto che è più forte della sua volontà.

Se è stato addestrato ad obbedire non vi sfuggirà di mano quando sentirà l’odore pungente di femmina in estro nelle sue narici. Lo vedrete agitato ma vi obbedirà. Altrimenti potrebbe scapparvi e sparire dietro alla cagna in calore, oppure azzuffarsi con un altro pretendente.

Proverete schifo quando lo vedrete leccare la pipì della femmina. Anche se non è un bello spettacolo, dobbiamo lasciarglielo fare poiché in questo modo i cani processano la comunicazione chimica mediata dai feromoni, sostanze odorose ricche di preziose informazioni. Pensateci quando a casa vi scambierete leccate d’amore!

Se invece avete una cagna avrete meno problemi, a parte le chiazze di sangue che periodicamente perderà lungo il cammino. Anche qui la nevrosi ha preso la mente dei padroni che hanno pensato di mettere una imbracatura alla povera cagna. Questo non è cercare il compromesso, questo per me è tortura, mancanza di rispetto per la natura del cane, trattato come un bimbo col pannolone.

Mettiamo i cani nelle condizioni di annusare dove e cosa pare loro, diamo tempo e qualità alla passeggiata per garantire la corretta e adeguata esplorazione olfattiva dell’ambiente, che aiuta il cane a comprendere il mondo circostante e a non temerlo. 

I cani seguono la propria natura di sporcarsi, tuffarsi, scavare, correre, per i figli è solo gioco.

Spesso fanno cose che ci lasciano interdetti. Se succede e perché non conosciamo la loro natura. La neghiamo e proibiamo loro di essere sé stessi. Quando il bassotto si mette a scavare, ma lo fanno tanti cani, non appena trova sabbia o terra molle, lo fa per cercare il fresco.

Poi vi si accuccia dentro. Oppure lo fanno perché sono cani con l’istinto di cacciare conigli, talpe, roditori. Se fossero da soli nella foresta dovrebbero procurarsi il cibo così. Non l’hanno dimenticato. Se avete un labrador e si tuffa nei corsi d’acqua, nelle pozze, nel lago e poi esce tutto felice e si scuote inzaccherandovi, lui ha fatto il cane e voi non riuscirete a impedirlo.

Poi lo laverete facendogli un torto, ma deve pur vivere nell’appartamento e non può entrarci con la melma attaccata al pelo. Siamo sempre noi che lo reprimiamo. Inutile che diciate che è felice. Lo fa per voi. Accetta l’umiliazione per l’istinto gregario che pure lo domina. Alla fine lo laverete e puzzerà meno ma puzzerà comunque di cane.

Quando fa la conoscenza coi suoi simili ci mette in imbarazzo

Quando lo portate a passeggio, rigidamente al guinzaglio e, purtroppo, con la orribile museruola, so che vi imbarazzate nel momento che incontra un altro cane. Prima scodinzola e questo è già un buon segno. È divertito della esperienza che farà.

Si avvicineranno tra loro e si odoreranno entrambi il sedere. Noi quando incontriamo un nostro simile ci sorridiamo o al massimo ci stringiamo la mano. Loro si annusano le parti intime, per sapere con chi hanno a che fare. Per scoprire età, sesso, stato di salute e chissà quante cose ancora. Immaginatevi se anche noi usassimo lo stesso rituale.

Non avremmo bisogno della carta d’identità. Quando il vigile ti ferma, ti annusa e sa già tutto di te. Tu annusi il vigile e sai che è vigile e che può fermarti. Invece siamo noi a imporre loro di non farlo. Temiamo una reazione aggressiva e li teniamo lontani dall’annusatina formale.

Li costringiamo reclusi in recinti e si mostrano aggressivi

Se non sono al guinzaglio, ogni incontro si risolve in pochi attimi, senza ringhiare, senza minacce. Loro sanno, se sono liberi, come comportarsi. Li teniamo a catena, in un recinto nel giardino. Ogni cane che passa è una provocazione.

Gli abbaiano contro come volessero sbranarlo. Se aprite il cancello non succederà nulla, si incontreranno, si annuseranno e poi ognuno tornerà per la sua strada. Siamo noi che li facciamo comportare da minacciosi. Vogliamo che difendano la proprietà nostra. Ma loro non hanno il concetto di proprietà, difendono lo spazio del branco. Lo fanno per spirito gregario. Diverso il cane pastore. Ha un compito per cui è stata selezionata la sua razza. Nel suo istinto c’è il senso di protezione verso il gregge, e lo protegge a rischio della vita. Per riconoscenza al capobranco umano segue i suoi insegnamenti.

L’importanza di registrare i nostri animali

Così come i cittadini dovrebbero registrare i propri animali domestici, anche per controllare che vengano trattati con rispetto e in salute, le amministrazioni locali dovrebbero tenere sotto controllo quelli liberi. Nell’indagine Animali in città, Lega Ambiente ha registrato la situazione nel nostro Paese.

Pare che siamo ancora molto lontani da un monitoraggio efficiente e con le solite differenze tra nord e sud. Scarseggiano le aree dedicate allo svago dei cani nelle città.

Portarli per strada non è il massimo. Solo il 14% dei Comuni dichiara di essere in contatto con un centro di recupero per animali selvatici, a cui indirizzare chi dovesse trovare un uccello ferito e la percentuale scende al 9% se si trova un mammifero ferito, al 2% se si trova una animale marino o un rettile in difficoltà, e all’1% se si trova un animale esotico ferito.

Se trovate un cane ferito potrete sempre portarlo da un veterinario, lui poi saprà chi chiamare.

Mai più “ingresso vietato” per gli amici a 4 zampe

Ora una Legge garantisce ai cani di poter entrare anche nei supermercati purché venga preservata la sicurezza dei cibi. Sta ai padroni regolamentarsi perché non vi siano incidenti qualora si incontrino con altri cani.

Non sempre i cani possono accedere alle spiagge, o vi sono spiagge ad essi destinate. Solo il 6% dei Comuni assicurano di avere un regolamento per la cremazione degli animali deceduti. Mentre fa tanta simpatia il cimitero per cani e gatti.

Per quanto si sforzino di renderli umani non ci sarà niente da fare. La loro natura emergerà sempre, e per fortuna, a loro difesa. Cremarli mi sembra la soluzione più intelligente, a meno che non crediate che resuscitino.

Solo il 6% dei Comuni ha approvato regolamenti per facilitare le adozioni dai canili con agevolazioni fiscali o sostegni.

Il 3% un regolamento per facilitare, con agevolazioni fiscali o sostegni economici la sterilizzazione, o contrastare, con oneri fiscali, chi detiene riproduttori e cucciolate, mettendo un freno all’attuale, incontrollata, popolazione riproduttiva canina e felina.

Nel 7,8% dei casi ci si è dotati di un regolamento per contrastare l’uso di esche o bocconi avvelenati nei territori urbani e periurbani.

Alcuni Comuni (4,3%) hanno regolamentato l’uso di botti e fuochi di artificio, che spaventano molto cani e gatti. Insomma c’è molto da fare per proteggerli, rispettarli, trattarli bene, secondo la loro natura e sottrarli a inutili sofferenze.