I costi altissimi dell’Energia e il rimpianto per aver rinunciato al nucleare
Perché essere contro le centrali nucleari, se poi le accettiamo sui nostri confini? In caso di incidente anche l’Italia rimarrebbe coinvolta
Tra il 2005 e il 2008 a seguito della impennata dei prezzi di gas naturale e del petrolio, il dibattito politico si riaprì sulla necessità di ripristinare in Italia una capacità nucleare. Per evitare la totale dipendenza dall’estero e le turbolenze dei mercati che fanno salire il costo delle bollette e di conseguenza di tutti i beni e servizi di energia. E per evitare il ricatto dai produttori esteri il quarto governo Berlusconi propose di costruire dieci nuovi reattori con l ‘obiettivo di arrivare a una produzione di energia elettrica da nucleare, pari al venticinque per cento del totale.
La responsabilità di aver bocciato il nucleare
Iniziò il calvario per la legge emanata dal governo centrale. Le regioni presentarono ricorsi per ostacolare la legge che fu affossata definitivamente con il referendum abrogativo del 2011. Errori madornali che pesarono pesantemente nelle tasche delle famiglie italiane e in quelle delle industrie che aumentarono di conseguenza i costi industriali. Da allora nulla è cambiato, anzi è ancora più preoccupante e devastante per l’economia nazionale.
L’Italia è totalmente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento dei prodotti petroliferi e di gas naturale. In questo periodo abbiamo già assistito ad un aumento notevole delle bollette elettriche e del gas aumentate del quaranta per cento circa nonostante l’intervento dello Stato. Questi aumenti non sono affatto finiti. Dopo le dichiarazioni del Direttore strategie e sviluppo rete Terna gli aumenti potrebbero toccare il 150%.
Costi altissimi per le famiglie già provate dalla crisi
Per le famiglie italiane che già non riescono ad arrivare a fine mese sarà una situazione drammatica cosi anche per le imprese che saranno obbligate ad aumentare i prezzi e potrebbero non essere più concorrenziali sul mercato . Gli effetti rischiano di essere ancora più gravi rispetto al semplice aumento delle tariffe. La produzione di energia elettrica in Italia dipende per il 50% circa da centrali che hanno bisogno di gas per essere alimentate. E’ sufficiente che Putin chiuda anche solo parzialmente i rubinetti del gas per mettere in ginocchio l’Europa intera.
L’Europa non ha abbastanza gas al momento né tantomeno sta pensando ad immagazzinarlo per il periodo invernale. C’è una preoccupazione reale. Se avremo un inverno particolarmente rigido potrebbe verificarsi un blackout. Oggi dovremmo avere il coraggio di chiedere un risarcimento danni a chi si schierò contro il nucleare arrecando danni irreparabili al nostro Paese.
Le centrali nucleari sono tutte posizionate sui nostri confini e se dovessero esplodere anche l’Italia rimarrebbe coinvolta. A cosa è servito ostacolare la costruzione di centrali nucleari? Forse alcuni movimenti e attivisti che contrastavano il nucleare venivano finanziati dalle multinazionali del petrolio? Oggi più di allora la dipendenza da altri Paesi si farà sentire pesantemente nelle tasche degli italiani che capiranno in ritardo i danni causati dal referendum del 2011 contro la costruzione delle centrali nucleari.
Cesare Giubbi