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I crediti sociali cinesi e il diritto alla salute: può succedere anche in Italia?

Lo scopo del potere centrale è premiare i cittadini che seguono le regole dando loro dei crediti e sanzionare invece quelli che non le seguono, togliendoli

Cina

Nella città cinese di Xiamen per accedere in un ospedale e ricevere qualunque tipo di cura si deve avere un credito sociale di minimo 584 punti. Se sei un bravo cittadino e un bravo comunista (siamo in Cina, qui da noi si potrebbe dire se sei un bravo capitalista e anche sufficientemente green) ti curano, sennò puoi anche morire. Lo scopo degli amministratori della città e molto probabilmente del potere centrale è quello di premiare i cittadini che seguono le regole governative attraverso l’assegnazione di crediti, e sanzionare invece quelli che non le seguono, togliendoli.

Crediti sociali e salute pubblica

La notizia è da approfondire e va presa con le molle: ma comunque, non è la prima volta che si sente parlare di crediti sociali e di diritto alle prestazioni sociali e sanitarie. Anzi.

Ma qui non vogliamo farne una dotta disquisizione  scientifica. I crediti sociali in estremo oriente esistono eccome.

Qui vogliamo solo parlare di un diritto assoluto (la salute) che nasce direttamente dall’ essere un individuo e dallo stare sul territorio italiano e dalla Costituzione italiana del 1948 che in molti vorrebbero cambiare e che invece è unico caposaldo che ancora ci salva dal baratro (De Mita ancora docet nel suo epico e salvifico match con il postdemocristiano Renzi).

Chi stabilisce quanti punti vale in Cina il tuo credito sociale e quale è il livello minimo di corretto comportamento sotto il quale sei cattivone, se non il potere stesso? E in che modo se non discrezionalmente e sempre per relegare i tuoi spazi di libertà in luoghi sempre più ristretti? Sarebbe un altro modo sottile per fare la lotta a chi pensa con il suo cervello e non con quello collettivo?

Potrebbe succedere anche in Italia?

E’ applicabile anche in Italia il modello cinese del credito sociale per ottenere le prestazioni sociali e sanitarie o per andare al cinema / ristorante, iscrivere i figli a scuola / università, aderire o meno a uno sciopero, poter lavorare in questo o quel posto?

Secondo me in linea teorica assolutamente sì. Basta spingere sul digitale (lo stanno facendo), investire sul web, sul 5G o sul 6G e soprattutto permettere di fatto e di prassi lo sconvolgimento e il calpestio volgare nella vita reale e nei Tribunali, della Carta Costituzionale e dei suoi riferimenti ai Trattati fondamentali dell’ Uomo del secondo dopoguerra.

In fondo sarebbe già stato fatto con il Covid e le sue vaccinazioni sulla cui materia in molti sollevano e hanno sollevato numerosi dubbi e perplessità di carattere scientifico oltre che etico.

Quindi lo possono fare e secondo me lo stanno già pensando di fare. Però quello che ancora i padroni del vapore non sanno, è la reazione del cittadino medio a questo sconvolgimento (teoria della rana bollita).

Quindi, la partita è apertissima in Italia e in UE (vedi recente approvazione della Legge UE sulla Intelligenza Artificiale) e il cittadino è preso in mezzo, da una parte dalla sostenibilità ecologica e climatica del modello green (vedi Cop 18), e dall’altra per la sempre crescente voglia del potere di controllarlo (il debito pubblico è uno strumento ad hoc perché lo fa sentire perennemente in colpa in quanto “debitore”).

E ancora dalla perimetrazione asfissiante delle città metropolitane con i loro occhi elettronici e le loro zone ZTL sempre più estese, da una sanità pubblica e privata che vede medici e infermieri sempre meno protagonisti rispetto alle burocratiche e asfissianti linee guida della evidence-based-medicine delle società scientifiche.

Infiacchiti anche dai perduranti blocchi all’ accesso degli studenti e dallo strapotere delle organizzazioni sovranazionali (WHO) e delle Big Pharma di turno che si costruiscono il loro modello sanitario ovviamente in senso consumeristico e ovviamente sempre supportate dai loro Guru di riferimento, unici possessori della loro scienza.

Quindi, cari amici vedremo il credito sociale anche in Italia. Non so dirvi come e quando, parafrasando il Poeta, ma sono certo che avverrà e sarà molto, ma molto prima di quanto voi possiate pensare.

A meno che la gente non si arrabbi veramente e scenda nuovamente in piazza a gridare democraticamente il suo dissenso così come fu negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso per i diritti civili e per il lavoro. In fondo gli Italiani hanno liberato da soli durante la occupazione nazista del secolo scorso intere città come Napoli e Genova e decenni prima avevano combattuto e dato le loro vite in oltre 700.000 sugli altopiani del Carso per Trento e Trieste italiane e libere. Infatti, questa è una pura e semplice questione di libertà individuale.

Chi vivrà vedrà. Sono molto incuriosito oltre che preoccupato naturalmente dell’esito della fortissima battaglia in corso.

francesco.russo@uniroma2.it