I Navigator cercano lavoro: situazione critica nei centri per l’impiego
I Navigator cercano un impiego: la situazione nei centri per l’impiego diventa critica
Una situazione che ha del paradossale, e che potrebbe tranquillamente essere la trama di una commedia con Alberto Sordi, eppure è tutto fin troppo reale: I Navigator sono in cerca di un nuovo impiego.
Chi sono i Navigator
La recente figura professionale del Navigator, introdotta nel 2019, nonché proposta, dall’ex vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, vede già il suo tramonto.
Definita dall’ex leader dei 5 Stelle “una delle figure chiave” per la gestione del reddito di cittadinanza, il buon proposito di agevolare l’inserimento lavorativo dei beneficiari della misura economica di sostegno, si scontra con l’oggettiva difficoltà gestionale dei centri di impiego.
Licenziamenti di massa
Nel 2019 si parlava di contratti a tempo indeterminato, di retribuzioni da 30 mila euro lordi l’anno, di assunzioni imminenti e di più di 10.000 nuovi posti di lavoro. E poi? Che è successo?
Secondo l’Anpal, dopo il licenziamento di massa di ben seicento dipendenti, sono rimasti solo 2.400 Navigator, con contratti in scadenza alla fine dell’anno, senza alcuna prospettiva di proroghe all’orizzonte. Una fuga di massa che preoccupa e che porterà i centri per l’impiego, già in evidente affanno, a rimanere senza personale.
Di grande rilevanza è apparso il caso della Liguria, in cui oltre il 60 per cento dei Navigator assunti nel 2019 si è licenziato ed è alla ricerca di un nuovo impiego. Una situazione critica alla quale l’assessore Berrino risponde affermando: “I navigator che dovevano trovare un lavoro a tempo indeterminato ai percettori del reddito di cittadinanza si sono trovati a essere loro stessi dei lavoratori precari. Abbiamo interloquito con il Governo e Anpal Servizi attraverso la commissione Lavoro affinché si trovasse una soluzione per i navigator precari, ma nessuna risposta è stata data “.
Inutile dire che l’addio anticipato dei tutor del reddito di cittadinanza provocherà significativi rallentamenti nelle procedure di erogazione del beneficio, proprio in quelle attività di avviamento al lavoro che avrebbero dovuto seguire queste figure, e che ad oggi, a causa dei ritardi delle Regioni nella pubblicazione dei bandi, sono riuscite ad assumere solo una minoranza degli 11.600 addetti specializzati che erano previsti in entrata.