I social senza musica, influencer a secco. Quanto guadagnano per un post?
Nessun accordo tra Meta e la SIAE, le piattaforme social rimangono senza musica. Una decisione che può portare danni anche agli influencer
“Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con SIAE che soddisfi tutte le parti”. Utenti e influencer di ogni sorta sono avvisati: Meta, l’azienda statunitense proprietaria dei social network Facebook e Instagram, ha ufficializzato di non aver rinnovato l’accordo di licenza con la Società Italiana degli Autori ed Editori (meglio nota come SIAE).
I fatti
Così, niente più canzoni nelle instastories o nei reel sulle piattaforme. Almeno fino a un nuovo aggiornamento a riguardo. Non è chiaro ancora da quando entrerà in vigore la nuova disposizione. Al momento la funzionalità continua perfettamente a funzionare.
Ad essere disponibili saranno dunque solo i brani privi di copyright. Meta in un comunicato ha espresso il profondo rammarico per il mancato accordo. L’azienda ha specificato che lo stesso verteva su condizioni simili a quelle accettate da enti equivalenti di altri paesi come Spagna, Francia, Germania, Svezia e Regno Unito. La decisione unilaterale dell’azienda di Zuckerberg ha lasciato perplessità tra gli autori e gli editori italiani. Da SIAE infatti, fanno sapere di aver ricevuto una proposta unilaterale di Meta che non corrisponderebbe al valore del repertorio.
Secondo la società, Meta avrebbe rifiutato di condividere informazioni importanti ai fini di un accordo equo. Un comportamento ritenuto “in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti”.
Il parere di SIAE
”Colpisce questa decisione – sostiene la società – “considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati. Tale apertura è dimostrata dal fatto che SIAE ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023. SIAE non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”.
La decisione sarà accolta certamente con un impatto evidente su reels di Facebook e Instagram, sui feed di Instagram e sulle stories di Facebook e Instagram.
Le storie di Instagram
Le Storie, sono contenuti temporanei costituiti da video, foto o testi che restano visibili agli utenti per 24 ore dalla pubblicazione sul profilo dell’utente. Una cancellazione che non avviene in modo definitivo, dal momento che una volta passata la giornata i contenuti sono visibili nella sezione archivio o mettendoli in evidenza nella sezione Storie in evidenza.
Partite nell’agosto 2016, oggi sono utilizzate da oltre 500 milioni di utenti. Per molti si tratta di una fruizione legata al mero divertimento. Per altri invece in ballo c’è più di qualche interesse economico. Ne sanno qualcosa noti content creator e influencer come Chiara Ferragni, Khaby Lame e Gianluca Vacchi.
Quanto guadagnano con i social
Per gli imprenditori digitali, i compensi oscillano in media dai 500 euro per un video postato da un mini influencer fino a 25-50mila di un top celebrity.
E’ stato calcolato che Chiara Ferragni nello specifico riesce a raggiungere fino a 82.100 dollari a post sponsorizzato. Un riscontro che la porrebbe al 72° posto in classifica mondiale. Suo marito Fedez invece, per un post sponsorizzato sul suo profilo riesce a raggiungere anche i 43.600 dollari di compenso.
Ecco perché in molti sperano che SIAE e Meta trovino un accordo. “Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano”, dice il comunicato di Meta. “Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con SIAE che soddisfi tutte le parti”.