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Ideologia-realtà 0-2: dalla Russia con “calore” (fino a Milano)

Alla faccia delle sanzioni occidentali, a maggio Mosca è tornata a essere il primo fornitore di gas per l’Europa: e in barba al green (e a Draghi), l’aria condizionata ha mandato in blackout la ZTL meneghina

La realtà batte l’ideologia

La realtà batte l’ideologia (© Eriscolors / Pixabay)

Talvolta sembra che, di punto in bianco, la realtà decida di battere un colpo a spese dell’ideologia, come a “ricordarle” di non alzare troppo la cresta. In qualche occasione, poi, non si accontenta neppure di una percussione isolata, privilegiando una serie anche ristretta. Com’è accaduto con la “doppietta” più recente, ispirata dalla Russia con… calore.

La realtà batte l’ideologia
La realtà batte l’ideologia (© Eriscolors / Pixabay)

Dalla Russia con calore

Nel 2022, in seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, com’è noto l’Occidente stabilì di ridurre, e possibilmente azzerare l’importazione di gas dal Cremlino. Soprattutto dal lato Vecchio Continente, però, l’indipendenza comportava dei rischi, avendo dei costi socioeconomici molto elevati (come del resto un po’ tutti i frutti delle sanzioni euro-americane). In ogni caso, non mancavano addetti ai lavori che, come La Stampa, assicuravano che l’obiettivo fosse assolutamente raggiungibile.

Gasdotto russo
Gasdotto russo (© Kremlin.ru / Wikimedia Commons)

Due anni dopo, però, il Financial Times ha certificato che, lo scorso maggio, Mosca è tornata a superare gli Usa come principale fornitore di metano per l’Europa. Contando, per la precisione, per il 15% degli approvvigionamenti totali ai Ventisette, il Regno Unito, la Svizzera, la Serbia, la Bosnia-Erzegovina e la Macedonia del Nord.

Il clamoroso controsorpasso, precisa l’ANSA, è avvenuto in circostanze particolari, tra cui il malfunzionamento di un importante impianto di esportazione del GNL negli Stati Uniti. Cionondimeno, è l’ennesima riprova che, presto o tardi, i nodi della propaganda finiscono sempre per venire al pettine.

Ideologia-realtà 0-2

Capitò anche quando l’ex Premier Mario Draghi pose il celeberrimo quanto risibile dilemma: «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?» Che, en passant, aveva anche un retrogusto green, visto che, com’ebbe a scrivere il Corsera, gli impianti di climatizzazione sfruttano i combustili fossili e producono CO2.

Mario Draghi
Mario Draghi (© Governo.it)

Ebbene, anche qui, a distanza di un biennio, l’aria (è il caso di dirlo) è cambiata. Perlomeno a Milano dove, come riporta Rai News, diverse zone sono rimaste per ore al buio a causa di un blackout provocato dall’uso eccessivo di aria condizionata. Inclusa, paradossalmente, l’area della ZTL egemonizzata dai radical chic neo-atlantisti e affermazionisti.

Condizionatore
Condizionatore (© freebie.photography / Free Images Live)

D’altronde, diceva Winston Churchill che «una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni». Però quest’ultima, come la tartaruga della favola di Esopo, benché abbia un passo più lento alla fine arriva sempre a destinazione. Nell’attesa, ideologia-realtà 0-2.