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Il Bando per le nuove licenze taxi a Roma: oltre 4.000 candidature e mille ricorsi al Tar

La tensione è palpabile, con molti tassisti che, pur concorrendo per ottenere una licenza, hanno deciso di intraprendere parallelamente una battaglia legale

Taxi in via Nazionale a Roma

L’assegnazione delle mille nuove licenze taxi a Roma, annunciata dal Campidoglio, ha suscitato un interesse e una partecipazione significativi, con 4.274 domande presentate. Il bando, suddiviso tra 800 licenze ordinarie e 200 per il trasporto disabili, rappresenta uno degli interventi più importanti della Giunta romana in materia di mobilità pubblica negli ultimi anni. Tuttavia, la competizione per le nuove licenze si sta rivelando più complessa del previsto, con circa mille ricorsi al Tar pronti a mettere a rischio l’intero processo.

L’interesse per le licenze taxi e i ricorsi al Tar

Secondo quanto dichiarato dall’assessore alla Mobilità, Eugenio Patané, il numero delle domande era in linea con le aspettative, segno di un «buon lavoro» da parte del Dipartimento nella preparazione dell’avviso pubblico. Tuttavia, la soddisfazione per l’ampia partecipazione è in parte offuscata dall’alto numero di ricorsi già annunciati al Tar del Lazio. Più di 900 tassisti hanno deciso di impugnare il bando, contestando in particolare il carattere oneroso della licenza, il cui costo è fissato a 75.500 euro per le licenze ordinarie e 58.400 euro per quelle riservate al trasporto disabili.

La tensione tra i partecipanti è palpabile, con molti tassisti che, pur concorrendo per ottenere una licenza, hanno deciso di intraprendere parallelamente una battaglia legale. Questo crea una situazione paradossale in cui, da un lato, si partecipa alla gara, mentre dall’altro si tenta di invalidarne gli esiti con un’azione legale.

La protesta dei tassisti precari

Particolarmente attivi nella contestazione sono i tassisti precari, che rappresentano una fetta consistente dei ricorrenti. Questi lavoratori, che già operano nel settore ma senza una licenza propria, si trovano a fronteggiare una situazione di precarietà e, per molti, il costo elevato delle nuove licenze rappresenta un ostacolo insormontabile. La loro principale critica riguarda il fatto che il bando non offra loro delle condizioni vantaggiose rispetto ai nuovi candidati, nonostante la lunga esperienza maturata nel settore.

Anche alcuni sindacati, come la CGIL, pur mantenendo una posizione prudente, stanno monitorando da vicino la situazione e sostengono i lavoratori che hanno scelto di avviare un ricorso, pur senza coinvolgere direttamente i propri legali nella causa. Al contrario, i Cobas sono stati tra i primi a sostenere apertamente i ricorsi al Tar, e si stima che tra i loro iscritti siano almeno 50-70 i tassisti pronti a impugnare il bando comunale.

Le criticità del trasporto disabili

Uno degli aspetti più critici emersi dalla chiusura del bando riguarda il trasporto disabili. Le domande per una delle 200 licenze dedicate a questo servizio sono state appena 107, ovvero solo il 2,5% del totale. Questo dato allarmante ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni che si occupano della tutela dei diritti delle persone con disabilità. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) ha parlato di «occasione persa», criticando il fatto che non ci sia stata una maggiore partecipazione per un servizio così essenziale.

Il rischio ora è che il Comune, pur di assegnare tutte le licenze, decida di attribuire le licenze per il trasporto disabili anche a chi ha presentato domanda per una licenza ordinaria. Tuttavia, questa eventualità potrebbe aprire la strada a ulteriori ricorsi, nel caso in cui i candidati vedano assegnarsi una licenza non richiesta e decidano di rivolgersi ai giudici amministrativi.

Un bando complesso: età, genere e profili dei candidati

L’analisi dei profili dei partecipanti al bando fornisce uno spaccato interessante della categoria dei tassisti e aspiranti tali a Roma. Tra le 4.274 candidature, il 37% è rappresentato da sostituti alla guida, ovvero persone che già lavorano come tassisti ma non sono titolari di una licenza. Questa fetta della categoria, storicamente precaria, vede nel bando un’opportunità per stabilizzare la propria posizione lavorativa.

Dal punto di vista anagrafico, oltre un terzo dei candidati ha più di 49 anni, il 34,51%. Seguono coloro che si trovano nella fascia tra i 40 e i 49 anni (27,66%), mentre il 25,33% ha tra i 30 e i 39 anni. Solo il 12,3% dei candidati ha meno di 30 anni, un dato che sottolinea come il mestiere di tassista a Roma sia ancora poco attraente per i giovani, probabilmente a causa delle difficoltà economiche e della lunga attesa per l’ottenimento di una licenza.

Un dato positivo riguarda invece la partecipazione femminile: 799 donne si sono candidate, una cifra significativa che rappresenta un importante passo avanti in un settore storicamente dominato dagli uomini.

Un bando a rischio e le prospettive future

L’importanza del bando per l’assegnazione delle nuove licenze taxi si colloca in un contesto di crescente pressione sul sistema di trasporti romano. Con l’arrivo del Giubileo del 2025, il Campidoglio è chiamato a potenziare i servizi di mobilità, e l’aumento delle licenze taxi è considerato un tassello fondamentale per migliorare l’offerta e rispondere alla domanda di trasporto pubblico in vista di questo evento di portata internazionale.

Tuttavia, l’alto numero di ricorsi rischia di bloccare o quantomeno rallentare l’intero processo, creando un’ulteriore incertezza per i tassisti e per l’amministrazione comunale. L’ipotesi che il Tar possa sospendere l’efficacia del bando è concreta e potrebbe avere ripercussioni pesanti, non solo sul settore taxi, ma anche sulla capacità di Roma di gestire in modo efficiente la mobilità durante il Giubileo.