Il “biblico” Ceresani: “Riscaldamento globale: c’entra anche Satana”
La dichiarazione in tv, a Uno Mattina. Il problema, però, è che lui è il Capo di gabinetto del ministro della Famiglia
Fuori luogo. In senso letterale: non si può rappresentare il governo di una nazione laica come l’Italia, sia pure da funzionario, e poi andarsene in tv a prospettare connessioni tra il riscaldamento globale e… Satana. Se uno vuole fare questo tipo di discorsi, bisogna che li faccia a titolo personale. O semmai, laddove avesse degli incarichi in quel contesto, da esponente ufficiale della religione alla quale aderisce.
Sembrerebbe piuttosto facile, da capire. Quando rivesti una carica pubblica, a maggior ragione se di rilievo, non è che te la puoi sfilare di dosso quando ti pare, tipo il cappotto che lasci al guardaroba della Rai o di Mediaset o di La7. Quando rivesti una carica pubblica è indispensabile che tu ne sia sempre consapevole. Perché inevitabilmente le parole che pronuncerai assumeranno un valore istituzionale. Attenzione: non solo anche istituzionale, ma innanzitutto istituzionale.
Certo. La prassi diffusa è un’altra. È quella di infischiarsene. Per cui i politici in generale, e addirittura gli stessi ministri, non esitano a dire la propria su qualsiasi cosa gli passi per la testa, vuoi rilasciando interviste, vuoi cinguettando su Twitter o andando più o meno a ruota libera su qualche altro social.
Con la scusa della libertà di espressione (tutelata dalla Costituzione, ci mancherebbe) ci si sbizzarrisce su tutto. Dimenticando, ammesso che lo si sappia, che nella Suprema Carta c’è pure l’articolo 54, in cui si afferma che “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Nell’onore, si direbbe, ci rientra anche il mostrarsi all’opinione pubblica di salda razionalità, invece di chiamare in causa il demonio come ispiratore delle umane idiozie.
Riscaldamento globale: lo zampino di Satana
Cristiano Ceresani, visto che oggi parliamo di lui, è il capo di gabinetto del ministero della Famiglia e delle disabilità e ha scritto un libro. Che si intitola ‘Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni’.
Come riepiloga l’agenzia AGI, “ospite nella trasmissione Uno Mattina risponde alla domanda se ci sia un’interpretazione teologica del riscaldamento globale, che veda incolpevole l’uomo perché vittima di forze a lui superiori”. Risposta di Ceresani: “È ovviamente colpa dell’uomo, della sua incuria, della sua avarizia se abbiamo calpestato il pianeta, che è l’unico che abbiamo. Ma nel cuore dell’Uomo agiscono forze trascendenti. Nel cuore dell’uomo agisce la tentazione. E io nel libro cerco di spiegare come [l’azione di] Satana, a cui resta poco tempo per prendere di mira il creato, sia un dato teologico. Davanti questo dato io faccio delle domande e chiedo: perché andando a leggere nelle Scritture viene evocato uno sconvolgimento del creato? E lo metto in relazione a quello che sta succedendo oggi, dove gli ultimi dati raccontano i pericoli che sta correndo la Terra e il genere umano”.
Nel merito non entriamo nemmeno. Con chi si basa sulle (cosiddette) Sacre Scritture per interpretare la realtà, la discussione è impossibile. Loro sono convinti di avere sotto mano ‘la parola di Dio’, o di qualche suo emissario bene informato. Noi pensiamo che siano le elucubrazioni di esseri umani i quali, forse in buona fede e forse no, hanno elaborato una fiction suggestiva per chi ha bisogno di una Super Spiegazione Metafisica alla quale appoggiarsi.
Ma il punto, nel caso di Ceresani, non è ciò in cui crede lui. Quelli sono affari suoi e di chi, eventualmente, gli dia retta. Il punto è che non si devono mischiare i piani, quando si parla in pubblico. Se la priorità è fare il Capo di gabinetto di un ministero, ci si dedichi a quello. Se invece è lanciare moniti sulla presenza di Satana “nel cuore dell’Uomo”, non si perda neanche un minuto in occupazioni tanto prosaiche e ci si consacri alla predicazione.
Come ha detto lo stesso Ceresani “resta poco tempo”. E allora è meglio affrettarsi.