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Il blitz dei carabinieri contro l’impero della droga tra le periferie della Capitale

La rete sgominata nei quartieri strategici per il narcotraffico: Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Quadraro, Cinecittà, Tuscolano, Giardinetti, Primavalle e Casalotti

Blitz dei carabinieri_2025

Roma torna sotto i riflettori della cronaca giudiziaria con un’imponente operazione antidroga che ha smantellato un vero e proprio cartello dello spaccio attivo nelle principali piazze della periferia. L’operazione, condotta dai Carabinieri sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha portato all’arresto di 26 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, porto illegale di armi e rapina. Un’azione di forza che segna un duro colpo alla criminalità organizzata capitolina.

Le piazze dello spaccio: il cuore del business

La rete sgominata si estendeva su un ampio raggio urbano, coinvolgendo quartieri strategici per il narcotraffico: Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Quadraro, Cinecittà, Tuscolano, Giardinetti, Primavalle e Casalotti. Zone note per essere storici avamposti dello spaccio romano, dove la droga scorreva senza sosta, generando un giro d’affari che, secondo le stime degli inquirenti, toccava decine di milioni di euro al mese.

L’organizzazione, secondo le indagini, era in grado di rifornire un bacino di clienti vastissimo, grazie a un sistema di gestione capillare che garantiva la continuità delle forniture e il controllo delle piazze. Le sostanze più richieste erano cocaina, eroina e hashish, con un flusso costante che arrivava direttamente da canali di approvvigionamento internazionali.

I vertici dell’organizzazione: Molisso e Bennato

A capo dell’organizzazione c’erano due figure già note agli ambienti investigativi: Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, entrambi detenuti e ritenuti vicini al boss della mala romana Michele Senese. La loro strategia, secondo l’accusa, era quella di unificare le piazze di spaccio sotto un unico controllo, imponendo ai pusher locali la droga importata grazie alla collaborazione con due narcotrafficanti albanesi.

La capacità di gestire i traffici anche dall’interno delle carceri e l’uso della violenza per mantenere l’ordine tra le fila dei sottoposti dimostrano il livello di pericolosità dell’organizzazione. La banda non esitava a utilizzare armi per intimidire concorrenti e debitori: nel corso dell’operazione, infatti, i militari hanno sequestrato pistole e perfino bombe a mano, a testimonianza della natura militarizzata della rete criminale.

Sequestri milionari: un duro colpo alla rete

L’operazione ha colpito duramente anche il patrimonio economico del gruppo criminale. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati beni per un valore di 5 milioni di euro, tra immobili, veicoli di lusso e conti correnti. Un’azione che punta non solo a smantellare il traffico di droga, ma anche a privare l’organizzazione delle risorse necessarie per rigenerarsi.

Il blitz è un nuovo capitolo nella lotta al narcotraffico a Roma, una città dove le mafie locali e le organizzazioni straniere operano sempre più in simbiosi per spartirsi il mercato della droga. Le indagini proseguono per individuare ulteriori fiancheggiatori e ricostruire i flussi di denaro sporco generati da un impero che, almeno per il momento, ha subito un duro colpo.