Il bus tour dei Kaiser Chiefs ferma a Roma
Al Circolo degli Artisti il concerto “sold out” della band di Leeds
Hanno suonato ieri sera i Kaiser Chiefs, al Circolo degli Artisti per la data romana del tour che li sta portando in giro per il mondo con il loro ultimo album “Education, Education, Education & War”.
Entrati in scena poco dopo le 23, la band composta da un dimagritissimo Ricky Wilson (voce), Simon Ricks (basso), Nick “Peanut” Baines (tastiere), Vijay Mistry (batteria e percussioni) e Andrew Whitey White (chitarra), ha subito travolto il pubblico con una performance esplosiva e coinvolgente che è iniziata con “The Factory Gates”, poi subito il loro singolo più famoso “Everyday I Love You Less And Less” che ha mandato il pubblico in visibilio continuando con “Everything Is Average Nowadays”, “Ruffians on Paradise”, “Heat Dies Down” e l’allegra “Na Na Na Na Naa”.
Poi il concerto ha solo rallentato il ritmo, cedendo il posto a canzoni più melodiche e d’ascolto come “My Life”, la corale “Coming Home” e “Modern Way” per poi toccare l’apice dello show con “One More Last Song”, con Ricky Wilson che si concede due stage-diving facendosi trasportare dal pubblico fino al bancone del locale, prima per “shottarsi” una birra e poi per un farsi un goccetto di Jameson. Da lì il passo è breve per trasformare il bancone del locale in un nuovo palco sul quale scatenarsi, cambiando completamente il punto d’osservazione del pubblico che, colto di sorpresa, impazzisce osannandolo.
Ripresa posizione sul palco con la band, il concerto volge al termine con i classici “Ruby” e “I Predict a Riot” chiudendo la setlist con una passionale “The Angry Mob”, con Wilson che canta anche sdraiato sul palco. Lo stage viene lasciato solo per pochi minuti, giusto il tempo di riprendere fiato, riaccordare basso e chitarra che la band inglese è di nuovo al proprio posto per un grande doppio encore con “Misery Company” e “Oh My God” per un totale di quindici brani eseguiti.
Elettrizzanti e coinvolgenti i Kaiser Chiefs sono indie rock da un lato, coniugando sapientemente sonorità anni ’80, new wave con motivetti che ti sembra di conoscere da sempre e goliardici al punto giusto dall’altro, come vuole la tradizione di ogni band britpop che si rispetti. A prova di questo un locale tutto esaurito e folla in delirio che non voleva abbandonare la sala fino all’ultimo in una sera in cui a Roma ci si confrontava con Morrissey.