Il caro energia si fa sentire anche sulla spesa. Ecco i cibi per i quali spenderemo di più
Un’analisi di Coldiretti spiega quali saranno i cibi per i quali spenderemo di più in seguito all’aumento dei prezzi
Caro energia, ma non solo. Gli aumenti che si stanno verificando in questi ultimi giorni non hanno a che fare soltanto con luce e gas, ma anche con il carrello della spesa. Diversi gli alimenti e i prodotti per i quali i prezzi sono già in forte aumento o che, con ogni probabilità, saranno interessati da maggiorazioni da qui ai prossimi mesi. Ma quali sono i cibi per i quali spenderemo di più?
A dirlo un’analisi di Coldiretti
Secondo un’analisi condotta da Coldiretti, i prodotti interessati da un aumento di prezzo sono pane, pasta e riso. Ma anche altri settori hanno lanciato l’allarme, come ad esempio quello della produzione del latte, yogurt e prodotti caseari. In seguito a siccità, inflazione e aumento dei costi energetici e del gas, nel 2022 le famiglie italiane spenderanno 564 euro in più solo per i piaceri della tavola.
Anche carne e salumi costeranno di più, per la precisione 98 euro in più, rispetto al 2021. Seguono le verdure (81 euro in più), poi latte, il cui prezzo si presuppone possa aumentare precipitosamente passando da 1,7-1,8 euro a oltre 2 euro al litro, formaggi e uova (+71 euro), pesce (+49 euro) e ancora frutta e olio.
In seguito al rincaro, spendiamo meno
A giudicare dai dati Istat, il caro prezzi ha già influito sulle tasche degli italiani, contribuendo a tagliare del 3,2% i nostri acquisti alimentari.
L’impatto dell’inflazione, che ha costretto a far spendere il 3,6% in più rispetto all’anno scorso, fa sì che diversamente da quanto abbiamo visto in passato, sono in aumento gli acquisti di cibo low cost. I discount alimentari fanno segnare nei primi sette mesi dell’anno un aumento del +9,6% nelle vendite. Nel dettaglio è l’aumento più elevato.
In difficoltà anche il settore ittico
L’allarme è stato lanciato da diversi settori, ma il caro bolletta si fa sentire anche sulle imprese ittiche. Costi di gestione più che raddoppiati, rischio prezzi aumentati per i consumatori, pari al 20%. Le statistiche parlano chiaro: quattro produttori su cinque temono già un calo dei consumi in autunno del 10-15%.
A lanciare l’allarme è Fedagripesca-Confcoopertive. La beffa è che comprare del pesce costerà di più per i consumatori, ma i produttori non ne trarranno beneficio. I prezzi delle cassette di pesce sono aumentati del 50%, ma si registrano aumenti anche per retine per l’insacchettamento di vongole, cozze e altri molluschi, con quotazioni in salita del 70-100%, senza dimenticare le spese per gestione di celle frigorifere, attrezzature, trasporti, bollette.
La situazione per bar e ristoranti
Situazione complicata anche per bar e ristoranti, alle prese con i difficili conti derivanti da bollette e prezzi delle materie prime. Consumare un pasto fuori, in virtù di questo, potrebbe nei prossimi mesi richiedere più denaro.
Per questo molti gestori di locali, attraverso i social network, ma non solo, hanno già comunicato che, con questi costi, saranno costretti prevedere aumenti di prezzi sul menu. Secondo le stime la pizza, uno degli alimenti più amati, di qui a poco potrebbe costare almeno 1 euro in più. Con i rincari che potrebbero interessare anche caffè, primi, birra e vino.