Il cellulare compie 40 anni: ecco come è cambiato nel tempo
Il 6 marzo 1983 arrivava nei negozi DynaTac 8000x di Motorola. La storia del telefonino dal primo modello ai visori per la realtà aumentata
Il primo modello si chiamava Dynatac 8000x: molto costoso, ma soprattutto molto poco pratico. Furono venduti circa 300.000 pezzi al prezzo di 3.995 dollari. Il cellulare oggi compie oggi 40 anni, era il 6 marzo 1983. Ad oggi, è senza dubbio l’oggetto di uso quotidiano sempre più integrato nelle nostre vite e abitudini.
La prima telefonata
Il merito (per qualcuno la colpa) di inizializzare questo nuovo strumento tecnologico all’interno delle nostre giornate lo si deve a John Mitchell, ai tempi vicepresidente di Motorola. La telefonia wireless aveva fino a qual momento deluso, riuscendo a realizzare strumenti limitati all’utilizzo nelle automobili. Ma l’obiettivo di cambiare il mondo della comunicazione era ben chiaro e delineato in mente.
Qualche anno prima il 3 aprile 1973 Martin Cooper, ricercatore ed ex-vicepresidente della Motorola, aveva inoltrato la prima chiamata “mobile” proprio da un prototipo di Motorola DynaTAC. Era a New York, sulla Sixth Avenue.
Le caratteristiche del primo cellulare
Fu necessario un investimento di 100 milioni di dollari, per arrivare a trasformare un’idea in un concreto prodotto commerciale. La sigla Dynatac era un acronimo di Dynamic Adaptive Total Area Coverage.
Il modello pesava 800 grammi, con un’altezza di 25 cm. Era in grado di memorizzare trenta numeri di telefono, presentava una lunga antenna di gomma che lo faceva sembrare un walkie talkie e una tastiera composta da 12 bottoni standard più asterisco, cancelletto e alcuni tasti con funzioni speciali quali recall volume e clear.
Una scarsa praticità che si sommava alla misera durata della batteria. Per circa sei ore di ricarica necessarie, l’autonomia non sempre superava la mezz’ora. Nonostante questo però il riscontro fu tutto sommato interessante. Le prenotazioni per acquistare l’esemplare di cellulare superarono quelli in commercio.
L’evoluzione del cellulare
Pian piano però è iniziata l’inarrestabile evoluzione. A partire dagli ultimi vent’anni del secolo scorso, il cellulare è certamente cresciuto e maturato, inanellando una serie di successi che ne hanno decretato un’affermazione senza pari. Il suo utilizzo è cambiato parallelamente alla nostra vita.
Dalla possibilità e dall’incredibile esplosione di utilizzo dei primi SMS degli anni ’90, alla possibilità di comporre e successivamente scaricare le suonerie, passando per gli MMS e le fotocamere integrate. Una completa ascesa sino al e la fino al travolgente arrivo dell‘iPhone nel 2007.
Uno strumento che associato alla connessione a Internet prima e tramite l’accesso al mondo delle app poi, ha sovvertito ogni regola del mercato della telefonia mobile.
Età giusta per lo smartphone e ore al giorno consigliate
E’ teoria condivisa quella utilizzata dai pediatri che ritengono quasi all’unanimità che sia preferibile non utilizzare tablet e smartphone sotto i 18 mesi. Fatta eccezione per qualche breve videochiamata con qualche parente lontano. Gli esperti inoltre consigliano di limitare l’utilizzo dei dispositivi digitali a una singola ora per i giorni feriali, con massimo 4 ore per i week end. Nel nostro Paese sono 270 mila i ragazzi a rischio dipendenza.
La realtà aumentata per i cellulari
Al momento però il settore vive un momento di inflazione, che si traduce in una decrescita della percentuale di vendite, figlia di una crisi economica globale.
Secondo dati certi, il 2022 ha fatto registrare un calo pari al -11,3% con possibili risultati negativi riscontrabili anche per l’anno 2023. Una probabile ripresa è forse possibile l’anno venturo, nel 2024, quando i dati potrebbero migliorare in virtù dell’arrivo del 5G e dei telefoni pieghevoli.
Ad oggi è il comparto fotografico a riscuotere maggiore appeal tra i consumatori. Particolarità funzionale che, unita alla connessione satellitare, alla ricarica ultraveloce e alla possibile integrazione di visori per la realtà virtuale, fa dello smartphone lo strumento che meglio traduce i lenti e inesorabili progressi socio-tecnologici dell’uomo.