Il Comune di Roma non iscrive seconda madre nell’atto di nascita
Protesta delle associazioni Gay e LGBT
Sono una coppia lesbica e si sono sposate a Valencia, in Spagna, a giugno del 2012. Le due, nel 2013, hanno avuto un figlio con la procreazione medicalmente assistita. Fino a qui niente di particolare, o perlomeno, niente di stupefacente visto che sono molti gli Stati europei che permettono il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il problema si è posto in Italia e, nello specifico, nella città di Roma, dove le due sono dovute rientrare a seguito di un problema familiare. Al rientro nella Capitale la coppia ha chiesto all'anagrafe la trascrizione dell'atto di nascita del figlio in Italia. Il bambino infatti è per ius sanguinis cittadino italiano. La Direzione Anagrafe del Comune di Roma ha deciso però di iscrivere una sola delle madri quale genitore del piccolo, assegnando al bambino il cognome dell'altra donna. Certamente, visto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto giuridicamente in Italia.
La vicenda ha però già scatenato le polemiche dei rappresentanti delle associazioni gay, tra cui Alessandro Zan, deputato veneto della corrente Libertà e Diritti – Socialisti Europei ed esponente della comunità Lgbt che ha portato alla luce questa storia in una nota e che ha depositato una interpellanza al ministro Alfano sulla questione, denunciandone il carattere discriminatorio e irrispettoso dei diritti umani. Il deputato ha lanciato anche una stoccata al Sindaco Marino: «Una vicenda che configura una palese discriminazione e si accomuna a quella di centinaia di migliaia di famiglie omogenitoriali che in Italia la politica e la pubblica amministrazione continuano a considerare inesistenti. Sarebbe interessante conoscere, al riguardo, anche l'opinione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che al momento non ha espresso posizione e potrebbe nell'immediato ordinare la corretta e completa trascrizione dell'atto di nascita, in ossequio al principio di imparzialità».
Il principio di imparzialità però, quello della natura, dice che di madre naturale ce n'è una sola e pertanto avvalorerebbe l'operato della Direzione Anagrafe del Comune, che in pieno accordo con la legge vigente ha trascritto come madre, la madre naturale del bambino. Anche perché di bambini nati da due madri finora se ne sono visti pochi, anzi nessuno.