Il Comune vara lo Sblocca Roma, un piano straordinario da 313 milioni
Gli interventi riguardano molte zone della città, sia centrali sia periferiche, e anche il Ponte dei congressi
Manutenzione stradale e infrastrutture viarie: sicuramente uno dei problemi più grossi e irrisolti di Roma, come i cittadini sono costretti a verificare di continuo.
La risposta del Comune è il piano straordinario denominato “Sblocca Roma” (senza troppa originalità ma pazienza: l’importante è che funzioni) e presentato oggi in Campidoglio dal sindaco Virginia Raggi e dall’assessore ai Lavori pubblici Margherita Gatta.
La cifra complessiva è ragguardevole e assomma a 313 milioni. Ai quali bisogna aggiungerne quasi un’altra sessantina per gli interventi ordinari del Municipi. Una parte molto consistente, però, è assorbita dai fondi per il nuovo Ponte dei congressi, pari a 172 milioni (di cui 144 a carico dello Stato). L’opera dovrebbe risolvere le difficoltà del nodo Ponte della Magliana – Viadotto della Magliana, ma al momento non è stata ancora fissata la data di inizio dei lavori.
I lavori dello Sblocca Roma
Tra gli interventi pianificati ci sono quelli di via dei Cerchi, di via Tiburtina, di via Boccea e di via di Torrevecchia. Il nuovo ponte sulla Scafa, parti della Tangenziale est, e lungotevere Maresciallo Cadorna. E ancora via Palmiro Togliatti, via Tuscolana, il viadotto dei Presidenti (lo stradone che collega Colle Salario e Bufalotta), viale dell’Oceano Pacifico, il cavalcavia Giulio Rocco, via Fucini, viale Castrense, via Cassia nuova, via della Magliana e altre ancora.
Di sicuro non è la soluzione di tutte le criticità, ma un passo avanti sì. E in questa chiave ne parla la sindaca Raggi: “Con questi 313 milioni ovviamente non pensiamo di rimettere a posto la città in un solo anno. Non è un intervento risolutivo ma è un impegno per un triennio”.
L’assessore Gatta, a sua volta, ha sottolineato che in questo piano straordinario c’è “un nuovo approccio, con un pacchetto di progetti messi tutti nel bilancio. Nei prossimi mesi lanceremo le gare perché abbiamo già pronti i progetti esecutivi”.
Appunto: stanziare i finanziamenti è bene, ma a patto che si traducano in opere concrete il più rapidamente possibile.